USURA ED ESTORSIONE: SETTE ARRESTI E UN RICERCATO NELL’OPERAZIONE GRAN BAZAR

 

La polizia di Messina ha eseguito 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone responsabili dei reati di usura ed estorsione per alcuni di loro aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini degli uomini della squadra mobile hanno avuto inizio in seguito alla denuncia di danneggiamenti e minacce nei confronti di un direttore di banca ed hanno rivelato operazioni di cambio assegni verso le quali il direttore era ostile, facendo emergere comportamenti intimidatori verso i protagonisti del giro dei titoli, rivelando prestiti usurai, cui alcuni imprenditori erano costretti a ricorrere per far fronte a contingenti situazioni di difficoltà finanziarie.

L’attività investigativa ha evidenziato il coinvolgimento di personaggi vicini alla criminalità organizzata messinese, chiamati in causa ora per il reperimento di finanziamenti, ora per sollecitare interventi volti a risolvere situazioni di contrasto. Un’altra persona colpita dal provvedimento restrittivo, al momento irreperibile, è attivamente ricercata.

 

Le indagini hanno preso piede nel maggio del 2009 quando un direttore di banca ha denunciato di essere vittima di atti intimidatori, inizialmente sotto forma di reiterate minacce telefoniche e lettere minatorie, in seguito culminati nell’incendio ai danni della propria autovettura.

Il lavoro degli investigatori ha permesso il collegamento di tali episodi criminali con una serie di operazioni bancarie, poco chiare, effettuate da alcuni clienti presso l’istituto di cui la vittima era il direttore ed alle quali la stessa si era opposta.

In particolare, un vorticoso scambio di assegni, non motivato e suffragato da rapporti commerciali tra le parti era alla base degli attriti creatisi in agenzia con i suddetti clienti.

Le intercettazioni ambientali e telefoniche hanno poi rivelato che il giro di titoli era in massima parte generato con l’intento di rappresentare un’evidenza contabile che celasse la comune situazione di dissesto finanziario. Dissesto finanziario per far fronte al quale, gli stessi clienti avevano, in taluni casi, fatto ricorso a prestiti usurai.

E’ dunque emerso il coinvolgimento di personaggi orbitanti negli ambienti della criminalità organizzata messinese chiamati in causa ora per il reperimento di finanziamenti, ora per sollecitare interventi volti a risolvere situazioni di contrasto.

Si è appurato poi che il principale elemento di collegamento tra questo gruppo di imprenditori e professionisti ed il locale ambito dell’usura era un’ex agente penitenziario in pensione, con importanti contatti con elementi di spicco della criminalità organizzata sia del capoluogo che della fascia tirrenica della provincia messinese.

L’ex agente penitenziario in pensione, oltre a fornire egli stesso prestiti usurari, aveva fatto da tramite per operazioni di vario tipo tra le vittime ed altri rappresentanti della malavita organizzata sottoposti oggi a misura cautelare.

Nella mattinata odierna, sono state inoltre eseguite perquisizioni domiciliari nei confronti degli arrestati ed anche di altri soggetti indagati.

Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati assegni bancari e documentazione ed appunti contabili, in relazione ai quali sono in corso accertamenti.

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