SE UN GENERALE VA VIA NON È QUESTIONE DI T-SHIRT COLORATE…

Alcune considerazioni non  “buoniste” sulla vicenda  del ‘generale infuriato che gira i tacchi e se ne va‘ in occasione dell’intervento ufficiale del Sindaco della Città di Messina, Renato Accorinti, alla cerimonia del 4 novembre.

Ritengo che non si possa, né si debba, “mettere un punto e andare avanti”, per una serie di motivazioni assai rilevanti, politicamente e istituzionalmente:

1) il Sindaco è il rappresentante civile più alto della comunità locale, ne rappresenta l’unità e il suo insieme, pertanto, nell’esercizio delle sue funzioni (leggendo il discorso ufficiale, con la fascia tricolore addosso), rappresenta la Città, e non se stesso né le sue opinioni legittimissime;

2) l’Autorità militare deve sempre, e sottolineo SEMPRE, rispettare e sottostare all’Autorità civile e politica, sia essa rappresentata dal primo ministro, sia essa rappresentata dal sindaco di Rocca Cannuccia, poiché in una  democrazia matura vige un principio incontestabile, ossia quello secondo il quale l’Autorità militare trova legittimazione democratica e costituzionale SOLO nel suo essere un semplice braccio, uno dei tanti, dell’azione politica e di governo delle Autorità civili ed elettive, le uniche legittimate a rappresentare la comunità e il Paese;

3) il militare, dal semplice appuntato al comandante interregionale dell’Arma, non può e non deve esprimere – nell’esercizio delle sue funzioni – pareri di nessuna natura nei confronti di un Sindaco che parla a nome della sua comunità territoriale, per il citato sopra principio della supremazia della politica nelle società liberaldemocratiche;

4) il comandante militare che va via senza spiegare il motivo della improvvisa uscita dalla piazza, che non smentisce – e quindi, a contrariis, avvalora e assevera – le ricostruzioni della stampa locale circa il suo dispetto e il suo disgusto nei confronti delle parole pronunciate dal Sindaco nell’esercizio delle sue funzioni, non”manca di rispetto” alla comunità, badare bene, ma compie un atto gravido di conseguenze politiche assai rilevanti e pesanti, perché rischia di apparire una interferenza con l’attività politica dell’organo di governo del territorio, non avendone né il ruolo, né il titolo,né la legittimazione.

Pertanto, come Amministrazione, se mi trovassi a governare oggi questa città e dopo l’inconsueto gesto del Generale di andare via senza spiegazioni, e soprattutto dopo le ricostruzioni della stampa – che peraltro né lui, né l’Arma hanno finora ufficialmente smentito – che lo vedono “alterato” con Accorinti, chiederei prontamente al Prefetto della Provincia, Stefano Trotta, di far rendere al più presto ufficiali spiegazioni del gesto del generale, delucidazioni dovute alla Città e alle Istituzioni democratiche circa le motivazioni ufficiali che lo hanno visto allontanarsi improvvisamente e soprattutto una smentita netta delle ricostruzioni giornalistiche che lo vedono “contrariato” rispetto al discorso pronunciato dal Sindaco, unico e legale rappresentante della comunità locale messinese.

Con le Istituzioni non si scherza, lo disse il Sindaco Accorinti nel giorno del suo insediamento. E condivido pienamente questa idea. E non si scherza, aggiungerei, con le regole di funzionamento delle istituzioni democratiche; pertanto, credo che un generale non possa andare via dinanzi al discorso del Sindaco di una città, lasciando circolare senza smentita l’opinione presunta che sia alterato a causa di quel discorso, senza spiegare se e perché si trovi contrariato effettivamente.

Serve un chiarimento ufficiale da parte del Prefetto, altro che soprassedere..!

Al contrario,saremmo tutti legittimati a credere che il generale abbia compiuto un gesto di vera e propria insubordinazione. Cosa forse più grave della pretestuosa questione dell’abito, della t-shirt e dell’etichetta che in queste ore circolano in città. Insomma: si deve chiarire e bene la vicenda. (ALESSANDRO RUSSO)

 

 

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