La tendopoli allagata non fa più notizia. La situazione è stata denunciata già sette mesi fa, e l’ultimo intervento registrato è quello del Circolo Arci Sankara. Ma in attesa che la Prefettura decida sulle proposte pervenute, non vi è alternativa al Palanebiolo, dove dopo l’identificazione chi può prosegue il viaggio per ricongiungersi con chi l’ha preceduto.
E’ accaduto anche con gli ultimi arrivati, in particolare i palestinesi e le famiglie siriane, che con il lasciapassare della richiesta di rifugiato politico, già il 2 maggio hanno lasciato la struttura.
Dall’ultimo sbarco, solo i minori non accompagnati sono ancora nelle comunità messinesi, tutti gli altri hanno lasciato lo Stretto: l’ultima, una donna incinta di sette mesi, dopo il ceck up, ha preso il pulman con il marito ieri 4 maggio, alla volta di Roma dove l’attende la sorella.
Nessuna “fuga” quindi, ma il normale desiderio di proseguire il viaggio dopo la “tappa” messinese.
Il passaggio dei profughi non è certo concluso: la Prefettura sta infatti coordinando l’accoglienza di 163 eritrei ed egiziani che intorno alle 8 di stamattina sono sbarcati dalla fregata della Marina militare “Espero” nel porto di Catania, salvati mentre erano a bordo di una carretta del mare nel Canale di Sicilia nell’ambito dell’operazione ‘Mare nostrum’.
I minori saranno sistemati in una struttura di Trappitello, mentre gli altri raggiungeranno il Palanebiolo.
Sull’argomento abbiamo ascoltato anche il consigliere comunale Luigi Sturniolo.