CAMBIAMO MESSINA DAL BASSO SERRA I RANGHI: “NON LASCIAMOCI DIVIDERE DAL DISSESTO”

“Chi oggi è contro il piano non lo è perché intende collocarsi contro il sindaco Accorinti, pur lamentando la mancata attivazione di processi partecipativi ed evidenziando la necessità di un repentino e inderogabile cambio di passo nel rapporto tra giunta, consiglieri e movimento, quanto piuttosto perché teme di farsi corresponsabile dei guasti del passato e dell’attuale politica dei sacrifici che tende a far pagare la crisi non a chi l’ha determinata (classi dirigenti politiche, economiche e finanziarie) ma ai ceti sociali medio bassi, alle prese con una nuova povertà sempre più dilagante”. Il Coordinamento di Cambiamo Messina dal Basso prova a riportare un minimo d’ordine dopo la fuoriuscita di Nina Lo Presti e Gino Sturniolo dal gruppo  consiliare e l’annuncio del voto contrario, previsto per stasera, al Piano di riequilibrio proposto dalla Giunta di Renato Accorinti.

“Attraverso diversi momenti assembleari tenutisi in quest’ultimo periodo – si legge in una nota – il coordinamento ha preso atto delle differenti posizioni presenti all’interno del movimento e del gruppo consiliare rispetto al voto sul piano di riequilibrio. Chi è contro il default (conseguenza inevitabile di un’eventuale bocciatura del piano), non lo è perché non vede i rischi connessi al doversi fare carico della massa debitoria, ma perché vuole mantenere in capo all’amministrazione il margine maggiore possibile di scelta sul come, dove e attraverso quali processi (di efficientemente piuttosto che di tagli lineari), reperire i fondi per uscire dal rischio dissesto e riuscire addirittura a rilanciare una città che oggi è allo stremo”.

Qualunque sia l’esito del voto in Consiglio comunale, affermano i vertici di Cmdb, “il coordinamento sollecita l’Amministrazione a denunciare pubblicamente tutte quelle situazioni di ‘cattiva politica’ che hanno portato a questa situazione economica il Comune di Messina e di rendere pubblici tutti i numeri reali, capitolo per capitolo e tabella per tabella. A fronte di una situazione drammatica ereditata dal passato, in presenza di una normativa severa ma che lascia spazi di discrezionalità e indeterminatezza, in previsione di un futuro in cui il quadro può continuamente cambiare e non siamo in condizione di determinare ogni evento perché molto non dipende dalle nostre scelte soggettive, ci siamo trovati a fare i conti con i tempi ristretti per esaminare la materia, la sua complessità e vastità, il grado di tecnicismo presente e la mole d’informazioni fornite dai dipartimenti e dalle partecipate”.

Andando nel merito della spaccatura del gruppo consiliare di palazzo Zanca, gli esponenti del movimento che ha sostenuto Accorinti alle amministrative del 2013 si dicono “consapevoli della responsabilità individuale in capo a ogni singolo consigliere, e della dialettica presente all’interno del movimento: riteniamo pertanto legittima qualsiasi espressione di voto. Non dobbiamo, però, lasciarci dividere dalla questione piano di riequilibrio o dissesto, come se l’uno o l’altro fossero soluzioni buone e auspicabili, prodotte da una nostra libera volontà, perché significherebbe accettare la sfida del neoliberismo sul suo terreno e condannarsi quindi a sconfitta certa”.
“Consapevoli che l’abbandono dal gruppo Consiliare di due consiglieri rappresenta comunque una perdita di ricchezza e rende tutti più deboli – concludono – il compito che ci attende è perseverare nella ricerca di percorsi alternativi e riprendere e rilanciare il carico di aspettative ed entusiasmo che ha accompagnato l’elezione di Renato Accorinti, mettendo in campo una più incisiva presenza in città e provando a ricostruire su nuove basi il rapporto con la giunta”.

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