CAPO D’ORLANDO: A VILLA PICCOLO SGARBI E IL POETA BEN JELLOUN

Lunedì 8 settembre, alle 18, a Villa Piccolo (Strada Statale 113, km. 109, Capo d’Orlando) Vittorio Sgarbi presenta il suo libro “Il punto di vista del cavalo. Caravaggio” (Bompiani). Introduce il Presidente della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, Giuseppe Benedetto. Interviene Lorenzo Zichichi. L’Incontro è promosso dalla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella.

In occasione dell’incontro, sarà presente a Villa Piccolo anche Tahar Ben Jelloun, il celebre poeta e scrittore marocchino, ritenuto uno dei più grandi autori viventi al mondo in lingua araba, al quale, qualche anno fa, è stato conferito dal Segretario delle Nazioni Unite il prestigioso Global Tolerance Award, per il suo profondo messaggio contro il razzismo e per la fratellanza dei popoli. Lo scorso anno Villa Piccolo ha ospitato la sua mostra, intitolata “Écrire peindre”.

«Non incontrerai mai due volti assolutamente identici. Non importa la bellezza o la bruttezza: queste sono cose relative. Ciascun volto è simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto. È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per sé stessi» (Tahar Ben Jelloun).

IL LIBRO SU CARAVAGGIO

«Caravaggio è doppiamente contemporaneo. È contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono più del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio». (Vittorio Sgarbi)

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