BLUFERRIES, PERSONALE OR.SA IN AGITAZIONE: “DOVE SONO PREFETTURA E AUTORITA’ PORTUALE?”

La confederazione regionale Or.Sa dichiara lo stato di agitazione di tutto il personale Bluferries e dell’indotto e invita tutti i settori del sindacato a sostenere ed aderire all’eventuale sciopero che sarà indetto in assenza di opportuno riscontro. Il segretario regionale, Mariano Massaro, comunica la decisione in una lettera inviata alla stessa Bluferries, oltre che al sindaco e alla Prefettura di Messina, alla Nettuno Multiservizi e alla Comet.

Archivio luoghi porto molo Norimberga Cartour Caronte e Tourist (7)“La cecità delle istituzioni messinesi – denuncia senza peli sulla lingua Massaro – ha superato il confine della decenza. Nessun intervento si registra a tutela dei lavoratori Bluferries e dell’indotto che dal prossimo mese di ottobre resteranno disoccupati e dei pendolari che resteranno appiedati. Quando si è trattato di sostenere l’arroganza del gruppo Caronte&Tourist, in occasione dell’orario estivo di esercizio imposto dall’azienda senza tenere conto delle esigenze dei cittadini, le stesse istituzioni che oggi tacciono si sono mobilitate all’unisono, dalla Prefettura all’Autorità Portuale passando per certo sindacato. E’ evidente che in questa città la tutela del profitto privato è prioritaria mentre lavoratori e pendolari non interessano a nessuno”.

Il sindacato ricorda a Renato Accorinti di essersi schierato, “in coerenza con i propri principi, al suo fianco per dimostrare al gruppo Caronte&Tourist che non sono loro i padroni della città, durante le manifestazioni anti-tir della scorsa estate. Non si chiedeva all’armatore privato di sopprimere alcuna corsa, solo di modulare gli orari di imbarco e sbarco per lenire le sofferenze dei cittadini”. Ricorda anche l’atteggiamento critico in occasione dell’ordinanza 488 del 21 ottobre 2013 “che impediva in modo indiscriminato lo sbarco/imbarco dei mezzi nel centro storico prima che l’alternativa del porto di Tremestieri fosse in grado di sostenere tutto il traffico da e verso Villa San Giovanni”.

Approdo di Tremestieri
Approdo di Tremestieri

Massaro non le manda a dire all’Autorità Portuale: “L’annuncio di soppressione di una nave da parte di Bluferries dimostra che l’armatore pubblico non intravede la possibilità di mantenere gli stessi livelli di produttività trasferendo totalmente l’esercizio a sud. Tremestieri non è un porto, è classificato come approdo di emergenza, privo dei requisiti minimi per ospitare l’imbarco – sbarco di mezzi leggeri e pedoni e ci sono dubbi sull’opportunità di ospitare il transito dei mezzi infiammabili. Pertanto, costringe gli operatori a diversificare il trasportato con tutto ciò che ne consegue in tema di costi. Il problema non può essere sottovalutato, il passo indietro del vettore pubblico mette in discussione i posti di lavoro, i turni dei restanti lavoratori (modificati in peggio), il diritto alla mobilità… e sancisce di fatto il monopolio dell’armatore privato per il trasporto di mezzi leggeri e pedoni visto che anche l’ultima gara per l’assegnazione del servizio dei mezzi veloci, ex Metromare, è andato deserto”.

L’ Or.Sa ritiene un obiettivo sacrosanto quello di liberare la città dalla schiavitù dei tir “ma lo scopo non si può raggiungere smontando la chiesa per addobbare l’altare”. “I tir – dice il segretario regionale – devono necessariamente attraversare lo Stretto per raggiungere la Sicilia e per evitare che attraversino il centro storico è necessario dotarsi di infrastrutture efficienti che al momento non esistono. Liberare la città dai tir significa che anche la Cartour dovrebbe effettuare operazioni a sud, evento che non sta neanche nei programmi futuri delle istituzioni interessate, pertanto, l’ordinanza non assume valenza di concretezza se non risolve il problema e colpisce solo il vettore pubblico in assenza del quale viene meno anche la minima parvenza di concorrenza nella Stretto”.

Mariano ricorda che in discussione è l’intero nodo dei trasporti nello Stretto: “Istituzioni, ferrovie e operatori privati hanno il dovere di concertare soluzioni opportune per liberare la città dai tir senza sacrificare il diritto alla mobilità, la continuità territoriale e altri posti di lavoro. In assenza di interventi risolutivi ci vedremo costretti alla mobilitazione con tutti gli strumenti a nostra disposizione”.

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