A Bolzano poliziotto messinese strappa anziano alla morte: “A Milano salvai un bambino, riscatto per la mia terra”

Nella mitologia classica, erano le Parche a tagliare il filo al quale ogni essere vivente pare sia appeso. Ognuno ha già un appuntamento con il destino – è sempre stata convinzione diffusa – solo che non ne conosce la data. C’è anche chi è convinto che nel proprio cammino ci sia una creatura angelica, un custode, a fare in modo che il filo si spezzi quanto più tardi possibile. Come ne Il Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders, ci sono perfino angeli che si fanno uomini. Uno di questi è sceso su Bolzano – è sempre aria di Germani, quella che si respira – per strappare a morte certa un 76enne stramazzato al suolo a causa di un malore. Non è un angelo del fango ma un angelo in divisa. Un poliziotto. Nato e cresciuto a Messina.

E’ la mattina del 30 ottobre scorso. Paolo Brugarello, 37 anni tra qualche giorno, è di pattuglia. Intorno alle 9, dalla centrale operativa arriva la segnalazione di un uomo riverso sul pavimento e privo di conoscenza. A chiedere aiuto, la moglie dell’anziano. La volante arriva quasi all’istante e il poliziotto non esita a prestare il primo soccorso, in attesa dell’ambulanza. Dal controllo del polso, infatti, è costretto a constatare l’assenza di battito cardiaco, oltre che di respiro.

Non una manovra improvvisata, tuttavia, quella operata da Brugarello che, a Milano, ha sostenuto uno specifico corso la cui applicazione prevede l’alternanza di insufflazioni e contrazioni (basic life support). “Ero solo – racconta adesso, raggiunto telefonicamente – ho dovuto scegliere tra la respirazione bocca a bocca e il massaggio cardiaco. Ho optato per il secondo, poiché il torace è più vicino al cuore”. Pochi attimi dopo, il 76enne riprende a respirare. Riprende conoscenza. La sua vita è salva, come accerta il medico d’urgenza arrivato poco dopo con il 118.

Attimi di forte concitazione, in cui occorre agire con risolutezza. E in cui un pizzico di fatalismo non guasta: “Quando la sala operativa ha chiamato – racconta il poliziotto messinese che lavora tra Bolzano e la sua provincia da circa 2 anni e mezzo – mi trovavo a 500 metri di distanza”. Viale Druso, teatro del salvataggio, è in pieno centro, tra la Questura e la scuola di polizia: “Era destino”, commenta. E il destino torna in gioco con una forza inaspettata soprattutto se si pensa che Brugarello non è nuovo a questo genere di imprese: Nel 2011 ero in stazione a Milano centrale. Svolgevo un servizio anti borseggio, in borghese. Proprio accanto a me, una donna con in braccio il suo bambino tentava di salire sul treno per Venezia quando si è vista scivolare giù il piccoletto. Sono riuscito ad afferrarlo al volo, evitando il peggio, frapponendomi tra lui e la rotaia. Allora, ricevetti i complimenti del questore di Milano”.

Se si vuole rimanere nei domini della trascendenza, quella del poliziotto messinese sembra quasi una missione. Guidata da chi riesce a governare il tempo e le circostanze con divina maestria. Poi, questo angelo in divisa ci mette anche del suo: “Ho rischiato nel tentare la manovra su quel signore. In questi casi, involontariamente, puoi provocare dei danni. Conosco chi, riuscendo a fare la stessa identica cosa, salvando a sua volta una vita, ha rimediato una denuncia per una costola lesionata. Se non fossi riuscito nell’intento, oggi non saremmo qui a parlare al telefono perché sarei indagato”.

Il 76enne in questione, tra l’altro, presentava già di suo un quadro clinico che è tutto un programma: “Aveva già avuto un infarto. Ha due stent al cuore e un problema di disgregazione della corteccia cerebrale per un’osteoporosi in stato avanzato. La moglie aveva paura, infatti, perché aveva sbattuto la testa cadendo a terra. In questi giorni, mi sono sincerato delle sue condizioni, contattando il 118. Mi hanno detto che sta bene. Stasera sarò di turno e vorrei passare a casa, a trovarlo”.

Brugarello, in Polizia da 14 anni, ha ricevuto i complimenti del comandante dei tempi del corso di Milano: “Corsi di questo genere sarebbe opportuno li facessero tutti i poliziotti. Il nostro obiettivo è di salvare il cittadino. Soprattutto in queste circostanze”.

Infine, una confidenza sotto il profilo emozionale: “La polizia non è solo quella che smanganella allo stadio. Semmai. è quella che ti aiuta in caso di bisogno. Per me è una grande gioia sapere di avere salvato una vita. Ma è anche un riscatto per la polizia tutta. E’ un riscatto anche per la mia terra, che non è solo quella del degrado e della criminalità”. (@FabioBonasera)

 

 

 

 

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