Nicchi a Messina: “Violenza nel calcio cancro da debellare”. E apre alla tecnologia

Il presidente nazionale dell’Aia (Associazione Italiana Arbitri) Marcello Nicchi, è stato ieri ospite della Sezione Salvatore Rizzo di Messina, per una serata speciale ed inedita per l’intero movimento arbitrale messinese. Nel pomeriggio Nicchi ha incontrato i giornalisti in una conferenza stampa presso la Camera di Commercio, con tanti temi che sono stati toccati.

 
Arbitri Addizionali e Goal-line technology. Il primo argomento trattato è decisamente quello più discusso negli ultimi tempi: il ruolo degli arbitri addizionali (chiamati anche “arbitri di porta”) e utilizzo della tecnologia per i casi di gol/nongol. “Gli arbitri italiani applicano le regole formulate dall’International Football Association Board (IFAB). Noi a livello sperimentale – spiega Nicchi – siamo sempre stati i primi a introdurre le nuove regole, come ad esempio quella degli arbitri addizionali. D’altronde abbiamo 36mila arbitri in tutta Italia e dobbiamo sfruttarli tutti al massimo. Gli arbitri addizionali hanno svolto per ora il loro compito molto bene, senza sbagliare mai la valutazione di un gol/nongol. Graziano Cesari ha detto che gli addizionali hanno sbagliato in 138 casi su 368? Non abbiamo nulla da imparare da lui. Non sono sfavorevole alla tecnologia, visto che è qualcosa che può aiutare l’arbitro. Ma il Coni potrebbe tagliare molti fondi, dunque dobbiamo valutare se investire sulla tecnologia o in altro, visto che mancano i “picciuli”, come dite qui a Messina”. L’Uefa ha anche fatto un esperimento: spostare gli addizionali dal lato opposto della porta, rispetto a quello attuale: “Ma è stato dimostrato – spiega Nicchi – che la posizione attuale è la migliore. Poiché l’arbitro principale, con il suo spostamento in diagonale, copre la zona non di competenza dell’addizionale, che a sua volta ha il compito di valutare i casi di gol/nongol e di aiutare il direttore di gare in altre occasioni, così gli assistenti (chiamati erronamente guardalinee) possono concentrarsi esclusivamente sui fuorigioco e questo ha migliorato notevolmente le loro prestazioni”.

 

Interviste agli arbitri. Nicola Rizzoli, arbitro della finale mondiale di Rio de Janeiro qualche mese fa, al termine dell’incontro venne intervistato, avendo modo così di spiegare alcune sue decisioni arbitrali. Perché questo non è possibile in Serie A? “Noi non abbiamo mai negato un’intervista a nessun arbitro, ma parlare a fine partita è pericoloso. C’è ancora l’adrenalina molto alta e si rischiano di dire cose non giuste, non riuscendo ad esaminare per bene ciò che è successo. I giornalisti italiani, poi, tendono sempre a far interivste con tono polemico. Non lasciano libero l’allenatore fino a quando questo non dice di aver perso per colpa dell’arbitro. L’errore ci può stare, ma non è uguale all’errore che può fare l’attaccante che sbaglia un gol a porta vuota o di un portiere che fa una papera?”.

 
Categorie minori: l’arbitro è solo. Un altro tema molto importante, soprattutto nel nostro territorio, è quello legato alle categorie minori (a partire dalle serie giovanili fino ad arrivare alla prima categoria), dove gli arbitri sono da soli, senza assistenti. “Ogni settimana arbitriamo 11mila partite – spiega Nicchi – e già è difficile trovare gli arbitri per tutte le partite, figuriamoci poi se in queste categorie riusciamo a mandare un secondo arbitro o due assistenti. In queste categorie gli arbitri si stanno ancora formando e noi dobbiamo aiutarli nei comportamenti, mettendoli a loro agio. In serie come la Promozione e l’Eccellenza ci sono arbitri giovani e giocatori a fine carriera: dovrebbero essere questi ultimi a dare l’esempio ed aiutare i direttori di gara”.

 

Violenza sugli arbitri: Sicilia maglia nera. Recentemente il vice-presidente della Lega Nazionale Diletanti (Lnd) Sandro Morgana, ha affermato che la Sicilia è la Regione in cui avvengono maggiori episodi di violenza nei confronti degli arbitri: esattamente una media 5 volte superiore a quella nazionale. “Non è accettabile – continua Nicchi – che un arbitro venga preso a calci e pugni e finiscano in ospedale per una rimessa laterale o un calcio di rigore assegnato. C’è un problema violenza e questo è chiaro. La violenza nel mondo dello sport, non solo contro gli arbitri, è un cancro da debellare. L’anno scorso 375 arbitri sono andati al pronto soccorso a causa delle violenze subite, senza contare quelli che hanno ricevuto semplici schiaffi, senza recarsi in ospedale. E’ una vergogna. La Sicilia è una Regione fatta da magnifiche persone, perché non riuscite a dimostrarlo a tutti? Da parte nostra, stiamo facendo di tutto per ottenere il pagamento dell’assistenza legale per gli arbitri, la costituzione dell’Aia come parte civile in questi casi ed il Daspo per i violenti. Se il consiglio federale non ci aiuterà per far capire alle società che la violenza non va bene, lo faremo noi iniziando a non mandare arbitri a determinate squadre, anche se questo è un passo che spero di non dover mai fare”.

 
Campioni del mondo. Sì, il calcio italiano sembra essere malato, ma di certo l’Aia può ritenersi soddisfatta per il proprio andamento. “Siamo campioni del mondo – spiega Nicchi ricordando che la finale dei Mondiali di Brasile 2014 è stata diretta da una terna tutta azzurra – e stiamo tornando appetibili in tutti i campionati mondiali. Anche gli arbitri Siciliani stanno tornando a farsi vedere in ambito nazionale. Per quanto riguarda le generazioni, quest’anno i corsi hanno portato all’Aia 6.800 nuovi arbitri. In questo momento di difficoltà economica, l’Aia fa affezionare tanti ragazzi alle nostre sezioni. Dopo 19 anni, siamo riusciti, l’anno scorso, a far aumentare i rimoborsi spese per i nostri direttori di gara. Di certo, non aspetteremo altri 19 anni per aumentarli ancora”.

 
La giornata messinese di Nicchi è proseguita con un evento, sempre alla Camera di Commercio, in cui il giornalista Pietro Di Paola, ex arbitro, ha intervistato il presidente Nicchi ripercorrendo la sua carriera, dopo il saluto del presidente della Sezione Salvatore Rizzo di Messina Massimiliano Lo Giudice (nella foto accanto a Nicchi) con l’aiuto di numerosi filmati relativi alla carriera dello stesso Nicchi e altri dedicati agli arbitri messinesi. La serata si è poi conclusa con la consueta cena natalizia in un locale della zona nord della città. Oltre a Nicchi, presenti altri esponenti del mondo arbitrale: oltre ai presidenti delle sezioni siciliane, anche il componente del Comitato Nazionale Saro D’Anna, il presidente del Comitato Regionale Pippo Raciti e l’ex presidente della Sezione di Messina, oggi componente del Comitato Regionale, Orazio Postorino. @SimoneIntelisano

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it