Moneta complementare, Perna “ecco cosa si può fare”, Caltabiano “niente paura”

Cambiare prospettiva, tornare a vedere la moneta quale strumento di giustizia sociale, considerandola una convenzione. Una prospettiva complessa, con criticità evidenti e l’inevitabile sfiducia nel guardare oltre il sistema che ci obbliga a considerare da un lato “l’economia reale” e dall’altro la “finanza cattiva”, per tornare a guardare alla funzione sociale della moneta, che in Sicilia arriva già nel VI secolo a. C..

L’idea di usare una moneta complementare, una valuta locale, potrebbe essere concretizzata già entro settembre. Una sperimentazione che si aggiungerebbe alle oltre 5000 presenti nel mondo, declinate secondo le esigenze delle società che le utilizzano.

A Messina il dibattito è in corso, e anche lunedì, nell’ambito della presentazione del libro di Tonino Perna “Monete locali, monete globali”, l’ attuale assessore alla cultura della Giunta Accorinti e professore di economia sociale, ha approfondito le ipotesi di realizzazione nel contesto messinese. Con lui  Gaetano Giunta, segretario generale della Fondazione di Comunità; Maria Caltabiano, docente di Numismatica dell’Ateneo messinese; Luigi Sturniolo, consigliere comunale, Fabio Germanà, del comitato Moneta Complementare e Tonino Cafeo a moderare il dibattito.

“Con la moneta locale non si può fare tutto – ha ribadito Perna ai nostri microfoni – ma si possono comprare prodotti e servizi locali, compresi quelli comunali”.

Dopo che l’assemblea pubblica, tenutasi a novembre, e la successiva votazione on line hanno scelto il nome Zanclon per la moneta messinese, si è giunti alla fase operativa. Si tratta adesso di individuare “quale moneta complementare” sia più adatta a Messina, tenendo conto dell’attuale contesto socio-economico e culturale. Esistono infatti diversi modi di usare la valuta dentro un sistema chiuso o piuttosto permeabile, ovvero scambiabile con l’euro.

Una ipotesi che non deve “far paura”, come ha ben spiegato la professoressa Maria Caltabiano, docente di numismatica nell’Ateneo messinese, che ha ricordato la convenzionalità dello strumento, e come abbia perso la sua funzione etica nel momento che si è trasformata in uno strumento di accumulo per pochi.

Se la cittadinanza è ancora diffidente, un’apertura di credito al progetto politico dell’assessore è stata data da Confcommercio e Confesercenti, e anche la Fondazione di Comunità, con Gaetano Giunta, ha mostrato interesse nell’ottica di dare fiducia al potenziale economico della città, magari usandola come moneta di “anticipazione”, ovvero considerando una sorta di credito “a scadenza” da usare per promuovere il territorio in vari ambiti, garantendo risorse da spendere nell’utilizzo, ad esempio, di beni comuni. (@Pal.Ma.)

 

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