Calcio. Acr Messina, il dg Vincenzo Lo Monaco stuzzica Grassadonia: “Non è tempo di esperimenti, servono certezze”

Non un gran momento per il Messina, che non riesce ad allontanarsi dalla zona play-out, complici alcune prestazioni opache. La squadra di Grassadonia non riesce a dare continuità alle sue prestazioni e il prossimo avversario che si troverà di fronte è tra i più ostici del torneo, il Lecce. Le due squadre si affronteranno in posticipo lunedì sera al “Via del Mare”. E sulla situazione che vive la squadra dello Stretto è intervenuto ieri alla trasmissione “Gol d’autore” di Tele90 il figlio del patron Pietro Lo Monaco e Direttore Generale, Vincenzo, che sembra non aver apprezzato alcune scelte del tecnico per la gara con la Casertana.

“Si sono tentati degli esperimenti ed a questo punto del campionato non è più tempo – ha affermato, così come riportato da MessinanelPallone.it -. Eravamo passati da tempo ad un 4-3-3 che dava tranquillità e serenità alla squadra, avendo anche portato delle vittorie. Il 3-5-2 lo si fa se si hanno i giocatori con le caratteristiche adatte, altrimenti non rendono anzi si perdono se impiegati di settimana in settimana in posizione diverse, magari passano da prestazioni esaltanti a negative. Il mister lo ha capito ed infatti, intelligentemente, aveva cambiato anche se legato al modulo che ha utilizzato in altre piazze”.

“Le scelte sono del mister – precisa Vincenzo lo Monaco -, non sono un tecnico, ma io sono convinto che bisogna dare certezze a poche giornate dalla fine del campionato”. L’obiettivo è la salvezza, il progetto è già delineato: “Sei-sette squadre gravitano nei bassifondi, per ora siamo negli obiettivi, dopo due campionati vinti consecutivamente puntiamo alla permanenza per poi progettare. Puntiamo a mantenere la categoria e a tutelare i bilanci, perché in passato il club è fallito proprio per gestioni non proprio oculate. Sappiamo che la gente, gli imprenditori, ti seguono se hai una credibilità, un progetto, perche soldi ce n’è di meno e vengono investiti con attenzione”.

Lo Monaco interviene anche sulla questione tifosi: “Credo ci sia ancora un poco di diffidenza, poi c’è il problema dello stadio che è enorme, da 40 mila posti, ma per la fretta di renderlo agibile per la Serie A non è stato completato come da progetto ed è carente di servizi, in primis la copertura. Oggi la media è di 3 mila spettatori, ma il traffico di utenti per le nostre partite si assesta sui 60 mila contatti, non possiamo credere che siano tutti emigrati”.

“Stiamo dando tutto – conclude il DG giallorosso -, abbiamo detto che a giugno tireremo le somme e vedremo il da farsi, ma non è una minaccia, è normale che lo si faccia quando si gestisce un’azienda. La squadra non è dei Lo Monaco ma del territorio, deve importare alla gente, ai tifosi, tutti quanti devono prendersi delle responsaiblità, troppo facile dire io farei così o in un altro modo senza dare un contributo”.

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