Calcio, Acr Messina. I tifosi ci provano e ci credono: azionariato popolare e crowdfunding per salvare la società, spiegati nel dettaglio

In un momento in cui il futuro del Messina resta congelato in una bolla di sapone fatta di se e ma, i tifosi non stanno con le mani in mano e si attivano in prima persona lanciando un’idea non nuova nel panorama calcistico internazionale ma comunque ancora un aspetto innovativo dell’impresa sportiva nostrana. Chi ha tempo, sebbene poco, non aspetti tempo: e allora ecco che la curva giallorossa propone l’azionariato popolare per salvare il Messina. Twitter e Facebook costituiscono un unico motore propagandistico e sul primo social network la pagina “Salviamo il Messina con l’azionariato popolare” ha già raggiunto 2745 adesioni in soli quattro giorni.

#saveacrmessinaMa cos’è l’azionariato popolare? Più diffuso di quanto non si pensi nel mondo del calcio, l’azionariato popolare consiste nella suddivisione della proprietà azionaria in più individui, in questo caso il “popolo”, per l’appunto quello dei tifosi, che acquisterebbe tramite un contributo minimo una quota della società, quest’ultima non più in mano ad uno o più soci (pochi), ma ad un numero elevato di individui che diventano in tal modo investitori non istituzionali. Acquisire una quota della società significa acquisire anche il diritto ad entrare a far parte della governance della stessa, dunque il modus operandi più diffuso e sicuro è quello di creare associazioni o cooperazioni di più tifosi (le cosiddette Supporter’s Trust, no profit) destinate a diventare un autentico soggetto giuridico, riconosciuto e dunque in mediazione costruttiva con la società. Non mancano esempi eccellenti: in Germania dal 1999 nessun club, eccetto il Bayern Leverkusen, può essere in mano ad un unico socio, quindi secondo la legge del 50% + 1, sono diversi i club in cui, fra i tanti soci, compaiono cooperazioni di tifosi (73% di quote addirittura per il Bayern Monaco); il Barcelona, per il quale calcio corrisponde anche a cultura, tradizione e appartenenza identitaria, rappresenta forse il caso più emblematico di azionariato popolare associativo: 173.000 i soci blaugrana, rappresentati in assemblea generale. La partecipazione attiva del tifoso alla vita del club, oltre a favorire il riavvicinarsi della gente a questo sport, genera sconti e agevolazioni per i soci che pagano una quota annuale, oltre a favorire iniziative extra calcistiche e socio culturali legate al club e poter garantire un indotto abbastanza proficuo (ciò che è mancato quest’anno al Messina). Una forma di marketing autofinanziato. In Italia una strada simile è stata intrapresa anche dal Santarcangelo Calcio, club del quale i tifosi, tramite l’Associazione Sportiva Squadramia detengono il 10 %, ma anche dall’Arezzo, del quale 2% è di proprietà di Orgoglio Amaranto, mentre proprio in questi giorni i tifosi dell’Akragas hanno fatto ufficialmente partire l’azionariato popolare tramite l’istituzione dell’ “Associazione insieme per lo sport onlus”, che prevede una quota associativa annuale di 100 euro la quale non esclude di poter contribuire con un ulteriore versamento, e che permetterà a tutti i partecipanti scontistica sull’abbonamento, oltre a una serie di iniziative di fidelizzazione.

Crowdfunding? Microfinanziamento dal basso, collettivo, che permette una partecipazione più ampia della popolazione mobilitando una massa (crowd) di individui nella partecipazione economica. Il crowdfunding è ormai una realtà finanziaria alternativa consolidata nel panorama internazionale che ha permesso di salvare progetti, eventi e società di pubblico dominio ed interesse. La formula che più si avvicina all’azionariato popolare è l’ Equity crowdfunding,  “una modalità di finanziamento che consente a società non quotate di raccogliere risorse finanziarie dal pubblico a fronte di quote azionarie. Secondo la definizione adottata da Consob, “si parla di “equity-based crowdfunding” quando tramite l’investimento on-line si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: in tal caso, la “ricompensa” per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa. Tipicamente, la presentazione delle richieste di finanziamento è effettuata attraverso piattaforme web che promuovono le iniziative presso i propri utenti e consentono loro di investire importi anche minimi” (tratto da Wikipedia).

Nei prossimi giorni, secondo quanto annunciato dalla stessa pagina social, vi potrebbero essere novità sostanziali su tempi e modalità di avviamento dell’iniziativa. Nell’attesa e nella speranza che al di là degli sforzi del popolo l’interesse di grossi imprenditori possa non andare scemando,ma sia anzi invogliato dalla grande mobilitazione che la piazza sta mostrando per le sorti della propria squadra. @RobertoFazio

 

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