Raccuja, irrompe dal sindaco armato di fucile e macete. Ardizzone, “frutto del clima di odio nei confronti della classe politica”

Ancora sotto shock la comunità raccuiese, dopo l’irruzione armata in comune da parte di un pensionato 67enne. Alberto Martella, agli arresti domiciliari , in attesa del rito direttissimo dinnanzi al Giudice del Tribunale di Patti, che si terrà nella mattinata di oggi, reclamava la pensione italiana che l’Inps gli nega perché l’uomo ne percepisce già una tedesca.

Una situazione percepita dall’uomo come un’ingiustizia, portandolo ad individuare il sindaco  quale obiettivo della sua evidente rabbia. Così ha fatto irruzione armato di fucile da caccia con 100 cartucce, un coltello ed anche un macete, minacciando l’attuale Sindaco Francesca Damiano Salpietro (nella foto)  e suo padre, nonché ex Sindaco di Raccuja, Cono Damiano Salpietro  che in quel momento si trovava nell’ufficio con la figlia.

Martella è’ stato immobilizzato da quattro persone prima dell’arrivo dei carabinieri, ma durante la colluttazione, è partito un colpo dal fucile imbracciato dall’uomo, che fortunatamente  non ha colpito nessuno andandosi a conficcare nel tetto.

ArdizzoneUn episodio che ha acceso il dibattito politico. Non è purtroppo la prima volta che il malessere sociale arma chi è sprovvisto di antidoti culturali, fino a tradurre in azione la violenza di certe dichiarazioni contro le istituzioni o i rappresentanti dello Stato. Un tema su cui ha preso la parola il presidente dell’Ars Ardzizzone, che in una nota ha sottolineato come “la tentata aggressione è il frutto del clima di istigazione all’odio nei confronti della classe politica e soprattutto degli amministratori locali. Nessuno può dirsi innocente, oggi gli attacchi, indiscriminati e ingiustificati, a sindaci e consiglieri comunali sono diventati una costante e il risultato è  evidente”.

“Non può bastare – continua Ardizzone – la sola solidarietà. Oggi gli amministratori locali rischiano quotidianamente la propria vita e nonostante ciò vengono additati come esempio di casta e beneficiari di privilegi e indennità faraoniche. Non è la prima volta che un sindaco resta vittima del gesto di un folle, la cui mano è stata armata da una sequela di accuse fuori luogo e inopportune. Speriamo che l’episodio di stamattina porti un po’ di buon senso, invitando tutti a dichiarazioni più sensate”.

Ricordiamo che anche a Messina il sindaco è stato messo “sotto attacco”: tifosi, ambulanti, dipendenti delle partecipate, fino all’ultima irruzione di un uomo armato di bastone.

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