All’Università di Messina, un posto occupato per Omayma Benghaloum

Il CUG dell’Università di Messina e il Dipartimento di Scienze Giuridiche e Storia delle istituzioni aderiscono all’invito di Maria Andaloro, che ha chiesto di diffondere «in ogni luogo dove lei avrebbe potuto andare e dove non potrà mai più esserci», la locandina di “Posto Occupato” dedicata a Omayma Benghaloum.

Quella locandina occuperà un posto nell’Aula Magna del DiSGeSI, a fianco dell’altra locandina che occupa già un posto per tutte le vittime di violenza. La scelta di quell’aula non è causuale: lì si è svolta lo scorso anno la prima edizione del ciclo di seminari contro la violenza di genere organizzati dal DiSGeSI insieme al CUG e grazie al contributo della Consigliera provinciale di Parità. Un gesto simbolico per non far inghiottire dalla quotidianità il ricordo della giovane mediatrice culturale tunisina, impegnata, quale collaboratrice dell’Ufficio immigrazione della Questura, nell’accoglienza ai migranti sbarcati nella nostra città e uccisa il 4 settembre scorso, a colpi di bastone, dalla furia omicida di un marito che ha così soddisfatto il suo desiderio di dominio su di lei.

Per Omayma e per tutte le vittime di violenza Maria Andaloro ha vergato queste parole:

#solitudini
Ti puoi sentire sola, ma sono solo km o minuti a separarti da qualcuno.
Ti puoi sentire sola e sono le parole non dette ad aver alzato i muri.
Ti puoi sentire sola e sono le parole dette ad aver costruito la prigione.
Ti puoi sentire sola se le parole sbagliate intrecciate alla vita hanno ricamato equivoci.
Ti puoi sentire sola se la paura ti fa calare il velo e ammutolirti per sempre.
Sono i pensieri che decidono se costruire o abbattere i muri e usano i silenzi o le parole per farlo.
A volte può bastare una parola come
“scusa” o “grazie” per riuscire ad abbatterli quei muri.
Ma è un’altra parola però che può salvarti la vita, “aiuto”.

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