I Radicali al carcere di Gazzi, “situazione migliorata”

Anche a Messina si è svolta la visita natalizia dei Radicali, con la presenza nel carcere di Gazzi di Saro Visicaro e Roberto Trifiletti,dell’associazione Leonardo Sciascia, che hanno incontrato il direttore Calogero Tessitore per fare il punto sulle condizioni dei detenuti.

Attualmente sono 196 i detenuti (10 donne) per 144 posti effettivamente disponibili. Detenuti alta sicurezza 83,  detenuti comuni 111. Con condanna definitiva 57 e 137 in attesa di giudizio. Stranieri 21. Tossicodipendenti 22. Casi psichiatrici 7. Disabili 11. In carcere sono morti nel 2015 quattordici detenuti.

“La situazione è notevolmente migliorata” – dichiara Visicaro a conclusione della visita – “ma non dobbiamo dimenticare che il carcere di Gazzi è in un certo senso “di passaggio” per molti detenuti in attesa di processo, e dunque risente di periodi in cui i flussi delle presenze sono maggiori”.

radicali_sciasciaUn dato in diminuzione, da sottolineare, riguarda gli episodi di autolesionismo: 31 casi nel 2014 che sono scesi a 14 casi nel 2015. Effetto, secondo Antonella Macrì, commissario capo degli agenti penitenziari, della campagna di informazione e denuncia dei radicali, che ha motivato parecchi ricorsi migliorando, in generale, le condizioni della detenzione in Italia.

Una buona novità all’interno del carcere è rappresentata da una piccola area attrezzata, destinata all’incontro tra i detenuti con i figli minori, in particolare i bambini. “Certo ci lascia un pò perplessi che il direttore ci abbia detto che è una facoltà destinata ai “più meritevoli”, dal momento che non conosciamo i criteri discrezionali con cui si accede a questo servizio”, aggiunge Visicaro.

Resta sul piano politico la battaglia per l’istituzione comunale di un Garante dei Detenuti, che di certo non rientra negli interessi dell’amministrazione carceraria, dal momento che, secondo lo stesso direttore, è già il magistrato di sorveglianza il riferimento per la tutela dei diritti dei carcerati.

A Gazzi, inoltre, sono sette i detenuti che lavorano, retribuiti, ad un call center. Un’esperienza che, assieme a quella portata avanti grazie ad un accordo con l’ex provincia regionale, ha garantito in questo ultimo anno delle attività rieducati e di inclusione sociale per molti detenuti.

“Il carcere è un cantiere aperto – conclude Visicaro  – confidiamo nelle migliorie che si vogliono apportare e continueremo a vigilare”.

I Radicali, a conclusione del tour nelle carceri italiane, hanno rilanciato alcune battaglie storiche, a partire da quella per l’amnistia e l’indulto quest’anno auspicati anche da Papa Francesco.(@Pal.Ma)

 

 

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