Sbarco del 22 febbraio: arrestati 6 scafisti. Fatta luce sui tre migranti con ferite d’arma da fuoco

Sono 346 i migranti sbarcati ieri sul Molo Marconi dalla Nave della Guardia Costiera “L.Dattilo”. Tra loro donne, bambini e anche tre uomini feriti agli arti da colpi d’arma da fuoco, che sono stati trasportati al Policlinico Universitario. (foto Dino Sturiale)

Tutti di origini subsahariane sono stati soccorsi nel canale di Sicilia in tre differenti operazioni condotte dalle navi italiane impegnate nell’operazione Triton durante la giornata di domenica. Successivamente sono stati trasbordati tutti sul pattugliatore della Guardia Costiera “L.Dattilo” e scortati fino al porto di Messina, dove ad attenderli la consueta macchina organizzativa.

Il lavoro congiunto fatto dagli investigatori della Squadra Mobile e dagli uomini della Guardia Costiera della nave Dattilo che per primi li hanno soccorsi, ha permesso di individuare i 6 uomini che erano al timone dei tre barconi malconci partiti sabato sera dalle coste libiche. Si tratta di 4 uomini di origini senegalesi (SAKOU Dawde, 28 anni; MARAMINETHIARE Moustapha, 28 anni;  DIENG Mamadou, 30 anni; NGOM Ndiogou, 30 anni) e due provenienti dal Gambia (MANNEH Ablie, 29 anni e ALGALI Alpha, 28 anni).

Tante le testimonianze raccolte dagli investigatori. Racconti che parlano della fame, delle guerre e della disperazione che da decenni attanagliano l’Africa. Tra queste anche quelle dei tre giovani giunti a Messina con ferite d’arma da fuoco, che hanno consentito di ricostruire quanto accaduto in Libia prima della partenza:

 “ ……….il mio nome è Tomos, ho 27 anni e sono nato in Sierra Leone. Circa sei mesi fa ho lasciato la Sierra Leone perché dopo l’epidemia di “Ebola” non c’era più lavoro. Sono andato in Libia, a Tripoli, per cercare lavoro e l’ho trovato tramite una persona del luogo che ci ha ospitato nella sua abitazione. Due giorni fa mentre mi trovavo all’interno di questa abitazione, sono arrivati degli uomini armati che fanno parte di una banda di predatori. Questi banditi che erano solito indossare una veste lunga sotto la quale celavano delle armi, ogni tanto venivano a pretendere soldi. Li avevo già visti in altre occasioni nelle quali avevano sparato ad altri uomini. Due giorni fa senza apparente motivo questi banditi dopo essere entrati all’interno dell’abitazione iniziavano a sparare ferendomi al braccio sinistro ed anche ad altri ospiti della casa. Sono scappato insieme ad altri miei amici e siamo arrivati in una spiaggia della quale non so dire il nome. Io a causa della ferita perdevo molto sangue e stavo male. Alcune persone vedendomi si sono impietosite e mi hanno caricato su un gommone diretto verso l’Europa………………..”

Gli arrestati, su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina Dr. Francesco Massara, sono stati condotti tutti nel carcere di Messina – Gazzi.

 

 

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