Malasanità: dopo 6 anni condannati quattro medici per la morte del piccolo Riccardo Alberto Caramella

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Il giudice monocratico Massimiliano Micali ha condannato in primo grado tre medici del reparto di Neonatologia dell’ospedale Piemonte e un radiologo del Policlinico, decidendo l’assoluzione per altri tre del Piemonte e per uno del Policlinico. L’inchiesta è scaturita dopo il decesso del piccolo Riccardo Alberto Caramella, di sette mesi, avvenuto il 23 agosto 2010.

Il giudice ha disposto le condanne ad un anno e dieci mesi per Francesco La Rosa, Giovanna La Fauci e Daniela Prudente, tutti medici del Piemonte; un anno per il radiologo del Policlinico Salvatore Lamberto, l’unico per il quale la pm Arena aveva chiesto l’assoluzione. Per tutti la pena è sospesa. Sono stati assolti invece Rosaria Pino, Marje Dolores Merenda, Angelo D’Anieri, in forza all’ospedale Piemonte e Gianfranco Scalfari, assolto anche dall’accusa di falso in atto pubblico. Il giudice ha infine disposto il pagamento di una provvisionale di 160mila euro alle parti civili, mentre il risarcimento danni sarà discusso in sede civile.

 

A far scattare l’inchiesta, e il successivo processo era stata la denuncia dei genitori, assistiti dall’avvocato Carmelo Raspaolo, presentata alla polizia.

Secondo quanto appurato dai magistrati, i medici avrebbero dovuto procedere con un intervento, e invece decisero di effettuare un “clisma opaco” provocando la perforazione dell’intestino del neonato.

Gli inquirenti hanno ricostruito il calvario del piccolo, portato dai genitori al Piemonte su consiglio del pediatra di famiglia, perché ha la pancia molto gonfia. La prima diagnosi dei medici è di infezione virale, ma dopo quattro giorni un’ecografia mostra la presenza di una occlusione intestinale. Al bambino viene quindi applicato un sondino, per poi essere trasferito al Policlinico. Qui i medici non avrebbero eseguito subito l’operazione.

I medici sono stati difesi dagli avvocati Antonello Scordo, Antonio Giuffrida, Patrizia Picone, Giovanni Randazzo, Giovanni Previti e Mario Lojacono.

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