Referendum anti trivelle: potenziato al Comune il servizio per il rilascio di tessera elettorale

Da oggi, lunedì 11, e sino alla conclusione del referendum popolare abrogativo sulle trivellazioni in mare di domenica 17, l’orario di apertura al pubblico degli uffici del Dipartimento elettorale per il rilascio delle tessere elettorali sarà potenziato da oggi, lunedì 11 a giovedì 14, dalle ore 8,30 alle 13, e nel pomeriggio dalle 14,30 alle 16,30; venerdì 15 e sabato 16, dalle 8,30 alle 18; domenica 17, dalle 7 alle 23.

Gli elettori sono invitati a verificare il possesso della tessera elettorale che potrà essere consegnata al titolare o ad un familiare convivente esibendo un documento d’identità.

Per il rilascio della tessera ad altre persone è necessario che queste siano munite di delega sottoscritta dal titolare, accompagnata dalla fotocopia del documento di identità del delegante. La votazione si svolgerà nell’unica giornata di domenica 17, dalle ore 7 alle 23. Per evitare che si verifichino situazioni di sovraffollamento, disguidi o ritardi nelle operazioni dei seggi, è consigliato di recarsi a votare sin dalla prima mattina evitando così, per quanto possibile, le fasce orarie immediatamente antecedenti la chiusura della votazione. Il Servizio Anagrafe di Palazzo Zanca, le sedi della I Circoscrizione, della V (centro Servizi di via Cile) e della VI (sezione staccata di Ganzirri – via Lago Grande) saranno aperte per il rilascio delle carte d’identità anche sabato 16, dalle  9 alle  18, e domenica 17,  dalle  7 alle ore 23.

In merito alla consultazione referendaria di domenica 17, il sindaco, Renato Accorinti, ha inoltre scritto una lettera rivolta alla cittadinanza messinese. Questo il testo:

“Il Consiglio dei ministri, – scrive il Sindaco – nella seduta del 10 febbraio 2016, ha approvato il decreto per l’indizione del referendum popolare relativo all’abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. La consultazione si terrà domenica 17 aprile. Si tratta della prima volta in Italia di un referendum proposto dalle Regioni con la raccolta di firme. Il cosiddetto referendum “No-Triv”. Nel quesito referendario si chiede: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale’?” L’oggetto del referendum del 17 aprile – prosegue Accorinti – sono solo le trivellazioni effettuate entro le 12 miglia marine che vengono effettuate da compagnie petrolifere, una in Veneto, due in Emilia-Romagna, uno nelle Marche, tre in Puglia, cinque in Calabria, due in Basilicata e sette in Sicilia. Non sono quindi la maggior parte delle trivellazioni in acque italiane, complessivamente 66 e collocate soprattutto oltre le 12 miglia, e dunque fuori dal referendum. Votando SI, le società petrolifere dovranno mettere fine alle loro attività di ricerca ed estrazione secondo la scadenza fissata dalle loro concessioni, e quindi secondo la data stabilita al momento del rilascio dell’autorizzazione alle compagnie stesse, al di là delle condizioni del giacimento. Lo stop, quindi, non sarebbe immediato, ma arriverebbe solo alla scadenza dei contratti già attivi. Con la vittoria del NO la legge in vigore non sarebbe abrogata e le attività di ricerca ed estrazione non avrebbero una data di scadenza certa, ma potrebbero proseguire fino all’esaurimento dei giacimenti interessati. Il sindaco – ha concluso – invitando tutti i cittadini messinesi a recarsi alle urne, ricordando che ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione Italiana, il REFERENDUM popolare è uno dei pochi strumenti democratici rimasti nel nostro ordinamento”.

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