La storia della M/T Sansovino: 27 anni con…cocciutaggine

Dici M/T Sansovino e si apre un file su…carrette del mare che, con cocciutaggine, vanno riproposte.

Entra in servizio dal 1989, inizialmente tra i porti di Ancona, Bari e Dubrovnik, ma anche sui collegamenti da Ancona per Spalato e Zara e, alternativamente alla gemella “Palladio”, da Spalato e Zara per Venezia, Trieste e da Trieste per Durazzo, in Albania.

Seconda nave della famiglia di tre gemelle costruite per Adriatica, una leggenda metropolitana vuole che esse siano state costruite appositamente per fare da “casa” a un nuovo tipo di motore, sperimentale, costruito già in sei esemplari da Fiat – GMT, il quale prometteva notevoli economie in fatto di consumo carburante.

La tiepidissima accoglienza di tale progetto sul mercato spinse lo Stato Italiano ad aiutare in questo modo la Fiat; tuttavia pare che a fronte della ridicola velocità di crociera della nave, il consumo non sia altrettanto ridicolo.

La “Sansovino” ha sempre svolto, nel primo periodo di servizio, le rotte con la Jugoslavia; se ne distacca per un periodo da Ottobre 1990 a Marzo 1991, quando sostituisce la “Espresso Egitto” sulla linea Venezia – Grecia – Egitto, quindi le abbandona definitivamente al momento della  chiusura dei servizi a causa della guerra civile, nel 1992, per passare alle linee Italia – Grecia, principalmente il collegamento diretto Brindisi – Patrasso. Nel 1994 viene destinata alla linea Brindisi – Corfu – Igoumenitsa, sostituita dalla più veloce F/B Egitto Express.

Dal 1996 quindi, è trasferita ai servizi con la Croazia, collegando Ancona e Spalato e, successivamente anche Bar, in Jugoslavia e Durazzo in Albania.

Dal Luglio 2003, a causa del guasto del traghetto “Paolo Veronese” della Si.Re.Mar, compagnia del gruppo Tirrenia che cura i collegamenti tra la Sicilia e le isole minori, la sostituisce sulla linea da Porto Empedocle per le isole Pelagie; tuttavia il suo utilizzo suscita non poche polemiche, causate dall’inadeguatezza della nave all’approdo nel porto di Lampedusa; nel dicembre 2003 è addirittura rimasta tre giorni in balia delle onde presso Lampedusa per l’impossibilità di attraccare nell’isola siciliana.

Dopo questa esperienza, condita dalle enormi polemiche seguite, sembra che la “Paolo Veronese” sia stata sistemata e riportata alla rotta originaria; successivamente torna ad operare da Ancona, servendo assieme alla gemella “Palladio” le linee da Ancona per Spalato e Durazzo; una volta assorbita Adriatica dalla capogruppo Tirrenia, la linea Ancona – Durazzo viene cancellata perché, a detta della Tirrenia, non redditizia; successivamente un gruppo di uomini d’affari marchigiani acquista la “Egitto Express” per metterla in linea tra Ancona e l’Albania, e, a dimostrazione di quanto fosse in perdita la Ancona – Durazzo, noleggia immediatamente anche la “Sansovino” per poter gestire meglio l’enorme richiesta di traffico passeggeri.

Tornata dal charter Adria Ferries, la “Sansovino” viene spedita in cantiere a Ravenna dove viene ripitturata nei colori della Si.Re.Mar., la compagnia che tanto l’aveva vituperata, dove nelle intenzioni la nave dovrebbe prendere la linea che, partendo da Napoli, raggiunge Milazzo facendo scalo nelle isole Eolie (Stromboli, Panarea, Lipari, Vulcano, Salina); tuttavia, dati gli infiniti problemi che investono la flotta gruppo Tirrenia, si è trovata sulla Ancona – Spalato con l’inedita livrea Siremar fino a fine Maggio 2005; mandata nuovamente a servire le isole Pelagie, stavolta dura la bellezza di 15 giorni prima di incappare un una secca attraccando a Linosa e mettendo fuoriuso un’elica e un motore.

Dopo un lungo periodo di disarmo, a fine 2007 passa alla G Lines, per cui collega Bari a Durazzo come “Santa Maria I”.

Nel 2010 passa di mano, prendendo il nome di “Adriatica King” per la compagnia albanese Albanian Ferries. Anche questo ulteriore servizio per l’Albania non è di gran successo, e dopo un lungo periodo di disarmo, con grande sorpresa, la nave torna alla compagnia che l’aveva venduta sette anni prima, la Siremar, ora in mani private, ovvero i Franza , riguadagnando il nome già portato in precedenza, “Sansovino”. (@G.Pensavalli)

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