Demolizione quartiere Avignone: il Comune prende le distanze

Continua ancora il rumore della demolizione avviata tra i ruderi di quel che fu il quartiere Avignone suscitando diverse reazioni. Perché se è vero che l’area necessita di risanamento, la prospettiva di vedere un grattacielo di 21 piani in pieno centro storico divide l’opinione pubblica.

Intanto ancora una volta il Comune di Messina prende le distanze dall’accaduto e sottolinea che non è stata data nessuna autorizzazione a procedere con i lavori. In una nota dell’Amministrazione Comunale si legge: “In base a quanto verificato, nessun provvedimento è stato emesso dai Dipartimenti del Comune per autorizzare la demolizione dell’edificio storico del quartiere Avignone, uno degli ultimi brani di storia della città di Messina. E’ con tristezza, sgomento e rabbia che la città ha assistito incredula al gesto arrogante compiuto ieri e reiterato questa mattina da parte di soggetti privati che hanno avviato senza alcuna autorizzazione una demolizione, interrotta dalle proteste dei cittadini e dall’arrivo della sezione Tutela del territorio della Polizia Municipale, intervenuta a seguito di varie segnalazioni“. 

facciata_avignoneLa gestione dell’edificio settecentesco è di competenza della Soprintendenza di Messina che ha autorizzato la demolizione soltanto della parte retrostante l’edificio perché di nessun valore storico. Secondo il progetto, invece, la facciata originaria della struttura sarà tutelata, restaurata e integrata nel nuovo grattacielo, costituendo l’area di base entro la quale verrebbe realizzata la “Torre Imperiale”, nome del grattacielo.

Grattacielo_avignone
Foto archilovers.com

L’iter che ha portato ora all’avvio dei lavori nasce nel 2013, quando il Comune non concesse l’autorizzazione per la realizzazione del grattacielo e si finì davanti al Tar che, però, si pronunciò a favore della ditta esecutrice del lavoro.

Intanto l’Amministrazione prosegue: “Non c’è alcun motivo per continuare a sventrare la città per realizzare edifici di cui non c’è alcun bisogno perché Messina ha già oggi un numero di vani superiore a quelli necessari. Bisogna invece recuperare e valorizzare quanto c’è in città, soprattutto quando si tratta delle ultime testimonianze della nostra storia che i terremoti prima e la guerra poi, hanno quasi completamente cancellato. L’Amministrazione sta effettuando degli approfondimenti e si riserva di avviare azioni a carico di chi ha realizzato questa demolizione“. La partita, dunque, è ancora aperta. (Mar.Pa.)

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