MessinAmbiente, l’ avvocato Parrinello chiarisce i termini del concordato

L’avvocato Marcello Parrinello che ha curato per conto del Comune di Messina l’iter del Piano Concordatario, è intervenuto con una nota per entrare nel merito del complesso passaggio tra Messinambiente e Messina servizi bene comune, anche a seguito dei dubbi sollevati da alcune parti sindacali.

“Mi astengo dall’operare qualsiasi valutazione in riguardo alle condotte delle organizzazioni sindacali in questa difficile vicenda – si legge in una nota –  Non è il mio mestiere e non credo che a nessuno interessi sapere quale può essere il mio giudizio sulle forze sindacali e sulle singole persone che in questi mesi ho avuto la possibilità di conoscere.

Non mi astengo, però, dal replicare a tutte le asserzioni (a volte stranamente perentorie) che vengono fatte in questi ultimi giorni senza un briciolo di fondamento né sulle dinamiche dei fatti né sui dati di legge. Eppure tutti sanno e sono consapevoli del fatto che le procedure concorsuali costituiscono una materia molto delicata ed altrettanto complessa, dove prudenza e competenza dovrebbero sempre orientare le condotte ed i commenti di tutti i protagonisti. Bisognerebbe quindi muoversi con molta cura. E così non mi pare stia accadendo specificamente nelle ultime ore.

Proviamo quindi a fare un po’ di ordine nelle tante cose che sono state dette sia per singolari messaggi vocali sia nell’esposto di cui è stata data notizia giornalistica nle corso dell’odierna giornata.

Sinteticamente:

  1. a) la proposta di concordato prevede la salvaguardia di tutti i posti di lavoro.E questo è un grande titolo di merito della soluzione prescelta. Ancor più grande se si pensa che in altre procedure concorsuali (Alitalia e ILVA solo per citare quelle che sono nelle pagine di tutti i giornali in questi giorni) si parla di tagli alla manodopera per il 40-50%;
  2. b) la proposta di concordatonon prevede alcuna riduzione di stipendio o di voce accessoria.Eppure in tutte le procedure concorsuali (ancora una volta: Alitalia ed ILVA) i sindacati sono costretti a contrattare riduzioni degli emolumenti per la manodopera;
  3. c) ai lavoratori è stato chiesto di accettare che il loroTFR sia posto a carico del Comune di Messina (e non di Messinambiente) e pagato al dipendente al momento in cui costui andrà a cessare dal proprio rapporto lavorativo. Per di più è previsto il versamento di una quota anticipata all’omologa del concordato;
  4. d) è stato chiesto altresì di accettare chele ferie invece di essere pagate in moneta alla fine del rapporto con Messinambiente  siano concretamente godute durante il rapporto di lavoro con la nuova società Messina Servizi.Non abbiamo mai detto che le ferie dovessero essere pagate in contante (sia detto, peraltro, in via incidentale che la pag.114 della Proposta di concordato – di cui si parla in un anonimo messaggio vocale inoltrato a tutti i lavoratori –  non esiste perché la proposta è composta da sole 82 pagine!)

Ognuno vede che i sacrifici chiesti ai lavoratori sono – nel quadro di una società a rischio fallimento – assolutamente marginali.

Detto questo – che rappresenta la descrizione oggettiva dei dati essenziali e qualificanti della vicenda – veniamo alle singole contestazioni:

1) perché non fare continuare l’attività in capo a Messinambiente? La risposta è semplice e sta già scritta negli atti del concordato: l’attività di Messinambiente – come tutti sanno – costituisce una condizione eccezionale perché già dallo scorso anno il Consiglio Comunale ha previsto che l’attività della raccolta rifiuti nella nostra città sia svolto – in regime di concessione ordinaria – da Messina Servizi e non da Messinambiente. Quindi né al momento della redazione del piano concordatario si poteva prevedere (né per il futuro si può immaginare) che l’attività di raccolta rifiuti sia assegnata  alla società priva della regolare concessione  e non a quella munita del necessario atto amministrativo.

2) perché l’usufrutto e non l’affitto? Anche su questo dato le carte concordatarie parlano da sole: per far partire correttamente Messina Servizi è necessario che questa sia usufruttuaria dei beni e non semplice affittuaria. Peraltro il trattamento giuridico è assolutamente unitario per l’una e l’altra figura. Così come per l’una e l’altra figura si pone il problema della ditta che abbiamo già affrontato e risolto nella nostra richiesta avanzata innanzi al iudice  esonerando Messina Servizi dall’obbligo di utilizzare la ditta altrui.

Infine, è vero che abbiamo detto e scritto che si realizzerà il passaggio di tutti i lavoratori che sottoscriveranno il verbale di conciliazione  con la Messinambiente, mentre per  quelli che non sottoscriveranno si prevede soltanto  il transito sulla SRR. La ragione di questa scelta è elementare – conclude Parrinello –  nell’interesse di tutti noi (ed intendo noi cittadini di Messina) non è possibile accettare che transitino sulla nuova società debiti maturati da Messinambiente nei confronti dei lavoratori. Questa soluzione vorrebbe dire che la nuova società nascerebbe già gravata da un debito pesantissimo che la porterebbe al fallimento in pochi anni. E’ questo quel che noi vogliamo? Vogliamo dar vita ad una creatura imprenditoriale che da subito non è in grado di funzionare correttamente? Credo proprio di no£.

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