Gaetano Sciacca querela Cateno De Luca

Un botta e risposta duro quello fra i candidati Cateno De Luca Gaetano Sciacca che adesso si conclude a suon di querele. Primo a partire è il candidato pentastellato. A rispondere all’avvocato dell’onorevole all’Ars Carlo Taormina, il legale di Gaetano Sciacca che ha già depositato la querela contro Cateno De Luca.

“Nella mia qualità di difensore di Gaetano Sciacca comunico di aver già depositato atto di querela nei confronti di Cateno De Luca per le calunniose e diffamanti affermazione rese nel corso del comizio del 21.5.2018 a Giampilieri. – scrive Aura Notarianni – Ad onor del vero, non risulta pendente alcun procedimento penale a carico del mio cliente né, in particolare, alcun procedimento penale risulta iscritto per i reati di falsa testimonianza e di calunnia.

In relazione ai fatti riferiti dall’avv. Taormina, posso precisare che il Tribunale di Messina non ha speso nella sentenza per i fatti di Fiumedinisi nemmeno una parola sulla testimonianza resa dall’ing. Sciacca la cui attendibilità non è, dunque, mai stata messa in discussione. Viceversa i giudici hanno accertato che De Luca ha commesso il reato di falso con riferimento alle opere realizzate per le difese spondali (muri in cemento) in difformità rispetto a quelle (gabbioni) assentite nel progetto approvato dall’assessorato, pronunziando sentenza di estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Quanto al reato ambientale De Luca è stato assolto solo a ragione della successiva sanatoria dell’opera avendo l’Assessorato ritenuto la rimessione in pristino un maggior ed inutile danno per l’ambiente.

Non mi risulta, poi, quale difensore del WWF onlus nel procedimento sui fatti di Fiumedinisi che l’imputato De Luca Cateno, appellante, abbia rinunziato alla prescrizione, come peraltro dichiarato a gran voce. Mi risulta altresì che la Procura della Repubblica ha proposto appello chiedendo la condanna di Cateno De Luca per il reato di abuso di ufficio. Egli, quale Sindaco del Comune di Fiumedinisi ha, in conflitto di interessi, approvato le delibere di rilascio delle concessioni edilizie su terreni, la cui destinazione agricola aveva modificato mediante il ricorso alla procedura del contratto di quartiere, per realizzare le iniziative imprenditoriali sue e del fratello finalizzate alla costruzione dei fabbricati della Dioniso Srl (struttura alberghiera e centro benessere), del Caf Fenapi e della cooperativa edilizia Mabel, a lui riconducibili. – conclude – La Procura chiede, altresì, la riforma della sentenza con condanna di De Luca per la tentata concussione e non per l’induzione indebita (così riqualificata dal Tribunale) per le pressioni esercitate al fine di costringere alcuni proprietari a vendere i terreni facendo valere il suo potere di sindaco che gli avrebbe consentito di espropriarli. Tanto a difesa di Gaetano Sciacca e nel rispetto della verità dei fatti”.

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