Bramanti rompe il silenzio e si scaglia contro De Luca: “Se perdo al ballottaggio lascio Messina”

di Marina Pagliaro – Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, si direbbe quando ci si ritrova a 10 giorni da un ballottaggio in cui il confronto con un candidato che riempie le piazze ha un esito ancora tutto da capire. E così Dino Bramanti ha deciso da oggi di “cambiare stile” e passare al contrattacco riempiendosi di terminologie e vocaboli “popolari” per accendere i riflettori su di sé. Questa mattina in conferenza stampa il candidato a sindaco del centrodestra ha ufficialmente aperto le danze allo scontro a due rispondendo, dopo giorni di silenzio, alle accuse ricevute da Cateno De Luca in pubblica piazza. “Questa non è una campagna elettorale ma un insultificio in cui volano le accuse libere e gratuite – ha detto – ma da oggi cambio stile: sempre in giacca e cravatta ma parlando chiaramente”.

Difendere se stesso, le sue liste e la sua coalizione il presupposto. “Basta dire che dietro di me ci sono i poteri forti: dietro me ci sono i cittadini che saranno sempre chiamati a decidere insieme a me – ha aggiunto”. Fra la promessa elettorale e il tono acceso con cui ha gestito tutta la sua conferenza, per la prima volta Bramanti ha deciso di togliersi il camice e rivestirsi di un po’ di quel populismo, tutto imitato a Cateno De Luca, anche nella terminologia a tratti “colorita”. “La mia coalizione ha sfiorato il 40% – ha spiegato – peccato che non lo ha raggiunto perché tutti hanno detto che dietro di me ci sono i poteri forti. Se così fosse non saremmo a parlare ma avremmo già cominciato a ramazzare la città “di merda” perché è sporca”. E poi l’attacco diretto all’onorevole: “Io vado al ballottaggio con un plurindagato e pluriarrestato e stiamo ancora a parlare? E questo sarebbe un voto di protesta? La vera protesta è votare per me. Riprendiamo i programmi, basiamoci su quelli. Del resto De Luca sarebbe un Accorinti bis: senza consiglieri di cui va a caccia. Però dicono che il problema è Bramanti”.

La disamina del suo avversario è passata anche per i suoi conti correnti: “Non sono il deputato regionale più ricco ma vivo di stipendio – ha aggiunto – e se faccio “minchiate” il Ministero mi revoca l’incarico. In questi anni non ho avuto un avviso giudiziario né un procedimento legale: vi fa schifo?”. E ancora l’importanza di scegliere per un sindaco che porterebbe con se il premio di maggioranza, e quindi 19 consiglieri su 32 in consiglio, come necessità prima di buon governo cittadino, rimarcando, in tono 5 stelle, l’importanza di avere con se anche un “governo regionale amico”. “Il consesso decollerà per la prima volta da diversi anni grazie alla maggioranza di governo così e lo farà anche grazie al dialogo con un governo regionale amico – ha spiegato – e un governo nazionale che sicuramente ci ascolterà”. E nel caso in cui dovesse perdere al ballottaggio Bramanti annuncia: “Me ne vado da Messina con i miei figli: non posso sopportare di avere un sindaco che dice che a Palazzo Zanca c’è casino e ci aprirà un casinò”.

Referendum come mezzo di dialogo con i cittadini con cui fare il punto delle cose fatte ogni sei mesi, aprire il discorso sul ponte dello Stretto e sull’aeroporto del Mela i primi passi di Bramanti se dovesse vincere, insieme alla telemedicina, alla viabilità, all’assistenza infermieristica e alla sicurezza delle scuole e degli edifici pubblici. “Mi dispiace per il 10% che ha avuto dubbi verso di me ma mi auguro di far ricredere tutti. – ha detto – Intanto ringrazio Saitta, un gran signore con cui ci siamo sempre rispettati. Ringrazio Sciacca per la sua signorilità. Ringrazio Accorinti per le cose fatte assieme e e che ho condiviso. Non ho altri ringraziamenti da fare”.

E poi contro chi lo ha definito “attempato” Dino Bramanti ha sfoderato gli esami di sana e robusta costituzione, fisica e psichica. “Nel 2011 ho avuto un infarto e da quel momento mi controllo ogni 6 mesi – ha spiegato – Per questo vi avviso che sto bene e posso rimanere per 5 anni. Ho fatto test psicofisici anche e non ai Neurolesi per non pagare ma fuori Messina: sto bene, sono idoneo. E ho anche controllato la mia fedina penale: è pulita. Mi dovete scusare, non ho i requisiti forse per essere sindaco”.

Da questa sera anche Dino Bramanti girerà per le piazze di Messina alla ricerca di un consenso che finora ha avuto grazie alla portata numerica dei suoi sostenitori. Da questo momento gli servirà anche quel voto di opinione che, se non cercherà attraverso apparentamenti – ha concluso – sicuramente cercherà di strappare a Cateno De Luca servendosi anche delle sue stesse armi: accuse e show.

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