De Luca chiude al Duomo la campagna: “Fatemi lavorare e rivoluzionerò tutto, Bramanti ritirati domani”

di Marina Pagliaro – Introdotto dai sindaci di Fiumedinisi, Giovanni De Luca, e di Santa Teresa, Danilo Lo Giudice, il candidato Cateno De Luca non ha sprecato nemmeno un momento senza parlare prima che scattasse la mezzanotte e si chiudesse ufficialmente la campagna elettorale. Piazza Duomo ha fatto da cornice all’ultimo discorso dell’onorevole all’Ars. E la serata è proceduta secondo i canoni: invettive, disamine e show per un pubblico che si è presto scaldato al solo arrivo del candidato.

“La nostra comunità è legata a quella di Messina dalla stessa SS. Annunziata – ha detto in introduzione Giovanni De Luca – Grazie quindi all’autogol politico di Bramanti che ancora parla di differenze e di provenienze”. “Ma poi sparlate tanto su Cateno e che dire allora dell’IRCCS? – gli ha fatto eco Danilo Lo Giudice – Eppure se io oggi sono dove sono lo devo a lui che nei giovani crede davvero dicendo no al nepotismo”. Poi l’affondo nello stile del maestro da parte ancora del Sindaco di S. Teresa: “Domenica mangiatevi una mela prima di andare a votare che una mela al giorno leva il medico di torno”.

Entra invece con le lacrime agli occhi Cateno De Luca, che perfettamente a suo agio sul palco si leva la giacca, si rimbocca le maniche e comincia: “Sognavo di arrivare qui con un popolo in rivolta contro la casta. Questi sono i più giovani sindaci della Sicilia con cui ho condiviso anni e anni di amore per la comunità e che ora hanno preso il mio posto. Io sono e sarò sempre il Sindaco di tutti”. Nel tracciare il bilancio di una campagna elettorale priva, in realtà, di colpi di scena, a parte quelli messi in scena da lui, De Luca ricalca ancora le parole dei suoi accompagnatori: “Messina, Fiumedinisi, Santa Teresa sono legate da diversi aspetti ma la verità è che tutta l’area metropolitana di Messina è un insieme e chi usa contro di me il pregiudizio etnico lo fa solo perché non ha altri argomenti”.

Tornando all'”accordo” firmato a Palazzo dei Leoni con Bramanti, Cateno De Luca spiega di aver mantenuto il patto. “Non ho usato la valigia di documentazione sulla carriera del dottore e su come ha gestito le assunzioni all’IRCCS o sui suoi doppi e tripli stipendi – ha detto – Lui non ha fatto alla stessa maniera, ma lo perdono. Però non voglio essere costretto a porgere l’altra guancia”. E rimarcando le forze politiche che hanno lavorato per portare al ballottaggio il suo avversario, Cateno De Luca si scaglia prima di tutto contro la famiglia Franza guadagnandosi lunghi applausi. “Finora ho accettato tutto ma questi politici rasentano la mafiosità e incitano all’odio. Sennò come si spiega il monopolio dei Franza e di Francantonio? Questa è una patologia del sistema che va debellata e la prima cosa che farò sarà proprio agire dalla società del traghettamento: lo sconto per i residenti è un diritto non una concessione”.

Si rivolge poi anche al Prefetto, con l’occhio vigile sulla domenica del 24. L’appello è che tutte le forze dell’ordine controllino con precisione le sezioni. “Le valigie e i pacchi di pasta sono pronti – sottolinea – Al primo lacchè che tenta di condizionare il voto fuori dalle urne qui sarà una rivoluzione”. Sembra poi rispondere al discorso di Dino Bramanti, tenuto poco prima a Gazzi, durante il quale si è appellato alla sua storia professionale legata alla Fondazione Bonino Pulejo. Cateno De Luca ha infatti sferrato l’ennesimo attacco all’avversario proprio su questo terreno. “Ci sono messinesi che non hanno amato la città e persone che vengono da fuori che hanno provato gli stessi sentimenti – ha detto – Fra questi Bonino e la sua signora provenienti dalla Liguria. Non si può dire lo stesso del Ministro Gullotti che si è preoccupato soltanto del nipote sennò sarebbe tutta la città azionista di Caronte&Tourist e non soltanto una famiglia”.

Idee per i giovani, lotta alla meritocrazia e Museo della Memoria i cavalli di battaglia che De Luca ha sfoderato durante l’ultimo comizio, rivolgendosi alla stampa che vuole sia “vigile” e che non gli faccia sconti o favori in caso di vittoria. “Fatemi lavorare e rivoluzionerò tutto come ho sempre fatto quando ho amministrato – ha aggiunto – Il 24 avete la possibilità di provocare un vero e proprio terremoto politico contro chi ha offeso la città costringendo i giovani a fare le valigie approfittando del bisogno della gente”. Prendendosi letteralmente gioco delle accuse e delle definizioni a lui mosse durante questi mesi, aggiunge: “Bramanti sei un pupo scarso quando cerchi di imitare Cateno De Luca: domani dovresti avere il coraggio di ritirarti. Anziché parlare di programmi hai parlato di me e così mi hai anche fatto un gran favore alla comunicazione”. Dovesse vincere al ballottaggio di domenica, Cateno De Luca rassegnerà le sue dimissioni da deputato regionale, ha spiegato in chiusura e poco prima che il campanile del Duomo scoccasse i rintocchi che hanno scandito l’ingresso definitivo nella lunga giornata di silenzio elettorale.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it