Messina Servizi non decolla: il resoconto del presidente Lombardo

di Marina Pagliaro – Il piano concordatario attraverso cui si sta gestendo la risoluzione del fallimento della MessinAmbiente, società che gestiva i rifiuti prima che venisse trasformata a febbraio del 2017 in Messina Servizi bene comune dall’Amministrazione Accorinti, è la criticità maggiore della gestione dei rifiuti. L’analisi è stata fatta da Giuseppe Lombardo, presidente del CdA della partecipata, che ieri, su richiesta del consigliere Biagio Bonfiglio (LiberaMe) ha fatto il bilancio della situazione economica della Messina Servizi durante la seconda riunione sul Salva Messina. Ma non è solo questa la problematica che rende ancora poco efficiente il servizio. Il piano concordatario in cui è inserito il debito di circa 100 milioni di euro che grava sulla MessinAmbiente ha ottenuto un primo stop da parte dell’Agenzia delle entrate.  “Parlo da presidente della MessinAmbiente travestita da MessinaServizi perché questa non è stato altro che un buon vestito per mettere insieme ATO e MessinAmbiente e non una nuova società – dice così Lombardo durante il suo intervento – Chi non ha letto il piano concordatario su cui è stato stipulato l’usufrutto non ha visto che prevedeva un periodo transitorio di start up per la MessinaServizi di 60 giorni e invece di essere transitorio oggi 9 ottobre ancora siamo costretti a operare con le commesse di MessinAmbiente”.

In attesa di una riformulazione del verdetto da parte dell’Agenzia delle entrate, il presidente Lombardo ha comunque evidenziato che le criticità dell’azienda sono legate anche al parco mezzi e alle attrezzature di cui dispone la Messina Servizi. “Il sistema di raccolta dei rifiuti in città è talmente particolare con doppi turni e orari incastrati in modo tale che il conferimento a Lentini consenta con quei pochi mezzi la raccolta in tutta la città – ha spiegato – Dunque il doppio turno non è un capriccio ma non abbiamo mezzi e possibilità di conferire in discarica secondo gli orari di raccolta”. E nonostante la nuova ordinanza sindacale abbia anticipato di un’ora la possibilità di conferire i rifiuti (dalle 17 alle 21) escludendo sempre il sabato e i prefestivi, tuttavia ancora non c’è un equilibrio fra le abitudini dei cittadini e il servizio di raccolta. “Basta che salti un solo mezzo che rientra dal turno notturno su quello mattutino e salta tutto il sistema e i rifiuti restano nella strada – ha sottolineato Lombardo – I mezzi hanno oltre vent’anni di servizio e sono usurati all’inverosimile.A questo si aggiunge la mancanza di senso civico dei cittadini. Nonostante le modifiche dell’orario l’ordinanza non è stata rispettata da nessuno”.

Il conferimento della domenica è stato vietato dall’ordinanza per risparmiare circa 800 mila euro l’anno sul servizio. Non un capriccio, dunque, ma una necessità: il costo dello smaltimento della domenica inciderebbe eccessivamente nelle casse della Messina Servizi. Nonostante lo sforzo, tuttavia, anche la manutenzione dei mezzi è la spesa più ingente che la società affronta. “Il contratto di usufrutto non può durare 120 giorni – ha aggiunto Lombardo – Non siamo riusciti ad affrancarci su servizi essenziali come la manutenzione, lo smaltimento degli ingombranti, come la fornitura anche banale del call center. Ad oggi con il contratto scaduto il 30 settembre non siamo stati in grado di contrattualizzare il servizio con MessinaServizi”.  Per non parlare, poi, dell’aspetto delle infrastrutture che Messina Servizi ha ereditato dalla MessiAmbiente. “I rifiuti vanno alla Piattaforma di trasparenza con mezzi vecchissimi – ha sottolineato Lombardo – Gli stessi operatori devono fare sforzi incredibili per lavorare con delle macchine che potrebbero rompersi da un momento all’altro. Queste criticità non dipendono da disattenzione ma perché nessuno ha fatto in modo che si operassero nuovi investimenti”. E a essere ancora indietro rispetto alle aspettative della nuova società anche la raccolta differenziata. L’esperienza porta a porta si è rivelata essere inesistente e anche se l’azienda sta svolgendo un censimento capillare su Torre Faro e Ganzirri dai primi dati generali emerge comunque che sono soltanto trecento le abitazioni e gli esercizi che effettuano una corretta e regolare raccolta. “Gli impianti di raccolta differenziata funzionano ma abbiamo ancora una situazione lontana da quella che dovrebbe essere – ha detto ancora Lombardo – Però, per esempio, l’umido domestico non è stato mai controllato ma intanto veniva erogato uno sconto per duemila utenze fra cui quelle degli esercizi commerciali che stanno iniziando a fare la differenziata adesso”.

Intanto in città mancano ancora le spazzatrici: soltanto una garantisce il servizio di pulizia delle strade rendendo evidentemente il risultato manchevole.  “Fra le varie riforme dell’aziende c’è sicuramente la necessità di accorpare tutta la gestione dei rifiuti affidandola unicamente alla Messina Servizi – ha concluso Lombardo – C’è disequilibrio fra costi di gestione e redditività dei servizi. Bisogna inoltre aggiornare la contabilità perché ancora esiste soltanto quella di partenza della nuova società”. Ma fra le sfide che la Messina Servizi dovrà affrontare vi è anche l’obbligo di estendere la differenziata al 65% secondo quanto stabilito dalla Regione.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it