Russo (Libera Me) sul “SalvaMessina”: “stop alla logica del “bere o affogare” per il Consiglio”

In merito alla prossima trattazione delle delibere collegate a vario titolo con il provvedimento di rimodulazione del Piano di Riequilibrio Economico e Finanziario del Comune di Messina (PREF), interviene con una nota il consigliere di Libera Me Alessandro Russo.

“Pur ritenendo essenziale e irrinunciabile per il destino futuro del Comune di Messina l’adesione al percorso di risanamento di riequilibrio economico e finanziario, appare tuttavia sbalorditiva la tempistica e lo stesso merito di diversi provvedimenti presentati all’esame del Consiglio comunale – ha dichiarato, rivolgendosi al Sindaco De Luca.

Per quanto attiene alla tempistica, innanzitutto: quattro giorni per l’esame, lo studio e l’eventuale modifica o la semplice discussione nel merito di ogni singolo provvedimento appaiono risibili, pur accampandosi in Aula per 96 ore consecutive: non si può pensare che per deliberare su atti che impegneranno il futuro di questa città e i destini dei suoi cittadini la funzione di controllo del Consiglio comunale sia confinata a così poche ore, insufficienti sotto ogni punto di vista a poter esaminare in scienza e coscienza i singoli atti. Risibile per non dire poco riguardosa nei confronti di un’Aula che non si sottrarrà a studiare e lavorare per decine di ore, come già accaduto, ma con il rispetto del suo ruolo e della dialettica che – si ricorda – rappresenta, tanto quanto il Sindaco, la volontà politica dell’elettorato.

A questa considerazione si aggiunga che, a norma dell’art. 243 bis del TUEL – letto in combinato con l’art. 4 bis del D. Lgs. 149/2011 – appare quanto meno da giustificare la improrogabile tempistica del 23/11, laddove si prevede invece che l’Amministrazione neo insediata ha facoltà di rimodulare il PREF in un lasso di tempo pari a 60 giorni dalla presentazione della Relazione di inizio mandato, che, come da nota di trasmissione al Consiglio comunale è avvenuta in data 05/10/2018: i tempi in questo caso prevederebbero un allungamento della trattazione e della determinazione dell’aula fino al 3/12, ben più congrui per un esame anche approfondito delle delibere più significative.

E rispetto al merito, altrettanto seri dubbi emergono, intanto rispetto alla presenza di diverse deliberazioni  che esulerebbero  dal contenuto proprio del PREF, a partire dagli “atti di indirizzo consiliari” o dall’istituzione, a solo titolo di esempio, dal “baratto amministrativo”, ma soprattutto per l’assenza che balza agli occhi di provvedimenti essenziali quale il piano di estinzione dei debiti che deve risultare da uno specifico accordo coi creditori e non essere oggetto di un mero atto unilaterale dell’ente, la delibera del consuntivo dell’anno precedente (2017), i necessari accordi transattivi coi creditori del Comune. Nel caso del pagamento dei debiti fuori bilancio, peraltro, ci si affiderebbe ad un “atto di indirizzo” che, giuridicamente, ha valore trascurabile e che si pone in netto contrasto con le linee guida che la Sezione Autonomie della Corte dei Conti ha approvato con delibere n. 11/2013 e 8/2015, ove espressamente si richiama la necessità di statuire accordi transattivi coi creditori che tutelino la tenuta contabile e finanziaria pluriennale del PREF.
Alla luce di queste considerazioni – conclude il consigliere –  è necessario che il percorso di rimodulazione del PREF venga urgentemente rivisto: sia sulla tempistica, fornendo il tempo minimo necessario per la valutazione degli atti senza la logica del “bere o affogare” che non è sinceramente più il caso di adottare, sia sul merito dei provvedimenti: o si rinviano le delibere di merito a dopo l’approvazione del PREF rimodulato nei saldi e nelle previsioni, o si sfronda l’incredibile e non condivisibile mole di deliberazioni  non attinenti che sono state trasmesse al Consiglio in queste ore: non è mettendo le spalle al muro il Consiglio che si farà il bene della città.

 

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