“Pensaci, Giacomino” con Leo Gullotta: un ménage à trois inaugura la stagione del Teatro Vittorio Emanuele

di Clarissa Comunale – È una platea gremita e applausi scroscianti ad accogliere l’attore Leo Gullotta nei panni del professore Toti nella pièce pirandelliana Pensaci, Giacomino, che ha inaugurato la stagione teatrale del Vittorio Emanuele di Messina, diretta da Matteo Pappalardo per la sezione musica, e Simona Celi Zanetti per la prosa.
Un vocio da piazza, pettegolezzi e l’invisibile invadenza della gente comune, che prende forma con le bellissime scene di Angela Gallaro Goracci, sono i protagonisti di una delle commedie più famose di Pirandello, nella lettura drammaturgica di Fabio Grossi, che mette in discussione maldicenza, invadenza e crisi sociale. Tematiche ancora attuali in un mondo che si indigna per le notizie non verificate si intrecciano a questioni legate all’educazione dei giovani e alle condizioni degli insegnanti dettate dallo Stato.
Uno stanco professore di storia naturale, Agostino Toti, interpretato egregiamente da Leo Gullotta, è pronto a donare tutta la sua pensione ed i suoi avere ad una giovane, Lillina, innamorata ed incinta di Giacomino Delisi, ragazzotto disoccupato, suo ex alunno. Toti, prendendo in moglie lei, fa assumere Giacomino in banca e gli assicura una sistemazione in casa, scatenando non solo la distanza della famiglia di Lillina, ma soprattutto dicerie del paese che inneggiano allo scandalo per il ménage à trois.
L’”onore” è quello che potrebbe salvare la faccia alle famiglie di Lillina e Giacomino, tanto da cercare di allontanare i due anche attraverso l’aiuto del reverendo Landolina, simbolo di una cristianità fallita, falsa e materialista. Solo un “morto di fame” è degno di stare al fianco di Lillina, che presto verrà abbandonata dallo stesso Giacomino, pronto a convolare a nozze con un’altra donna. La benevolenza di Toti, che viene poi anche rinfacciata allo stesso Giacomino, è la verità che tutti non riescono a vedere; nei gesti di un uomo che teme di morire in solitudine, si racchiude un caso di coscienza laica, che ha l’obiettivo di seguire un’esistenza nell’ordine dell’essere e non dell’apparenza. Quel rossore che accende il volto dei genitori di Lillina, indignati dai pettegolezzi del paese, è serafica serenità in Toti che è pronto ad affrontare anche lo stesso Giacomino fino a porlo al pesante quesito “c’è coscienza a lasciare una madre e il suo bambino?”.
Leo Gullotta, con la sua elegante ironia, ha interpretato un ruolo cangiante e nello stesso “vero”. L’onestà, che trasuda dalle parole e dai gesti, tuttavia, diventa sul finale moralismo nel momento in cui con forza rimprovera Giacomino. Il ruolo, tuttavia, ci suggerisce importanti chiavi di lettura sociali ed educative per quello che comunemente un docente dovrebbe essere per la società, rispettando le convenzioni e soprattutto non ribellandosi alla forza dello Stato.

PENSACI, GIACOMINO
Di Luigi Pirandello
Lettura drammaturgica Fabio Grossi
Con Leo Gullotta
Liborio Natali, Rita Abela, Federica Bern, Valentina Gristina, Gaia Lo Vecchi, Marco Guglielmi, Valerio Santi e Sergio Mascherpa
Scene e costumi Angela Gallaro Goracci
Musiche Germano Mazzocchetti
Luci Umile Vainieri
Regia Fabio Grossi
Compagnia Enfi Teatro/Teatro Stabile di Catania

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