Vangelo Ora: Non di solo pane vive l’uomo… ma di relazioni vere

di Fra Giuseppe Maggiore – Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

La Quaresima è vista come tempo penitenziale, il tempo dei fioretti, delle piccole rinunce, che poi si limitano semplicemente al non mangiare qualcosa. Invece abbiamo la possibilità di vivere un tempo di grazia per poter ricominciare, per poter rivedere alla luce della Parola di Dio cosa aggiustare, aggiungere o eliminare nella nostra vita per essere sempre più immagine di Cristo. Abbiamo la possibilità di scoprire e vivere nuovi, semplici, solidali, concreti stili di vita, che devono servire a custodire il Creato e ogni suo abitante in maniera particolare in questo periodo di grande confusione politica, sanitaria, sociale e ambientale.Non servono tanti digiuni, serve essere meno egoisti e porre un’attenzione particolare verso la natura e verso gli altri.

La Quaresima è un tempo per curare le relazioni. Le tentazioni vissute da Gesù, ridisegnano il mondo delle relazioni: il rapporto con me stesso e con le cose (pietre o pane?); con Dio, attraverso una sfida aperta alla fede (cercare un Dio magico a nostro servizio); con gli altri (il potere e il dominio).

Il tempo quaresimale ci aiuta ad entrare come Gesù nel deserto che spesso viviamo, ma ci sono modi e modi per viverlo e non subirlo. È necessario farsi condurre dallo Spirito. È proprio nel deserto, luogo solitario, che Dio ci rieduca all’ascolto. Può rivelarsi come la vita quotidiana un abisso di solitudine o il luogo per ritrovare se stessi e scoprirsi tassello importante in un mondo abitato da fratelli nonostante i limiti, le fragilità… i crimini che ogni giorno l’uomo compie. Un inferno o un paradiso, dipende da noi…

Il deserto come la vita è il luogo delle tentazioni, un termine che non viene più usato, perché ormai tutto è lecito, tutto è normale. Attenzione però, il termine tentazione non ha valenza negativa, tentare nel linguaggio biblico ha un duplice significato: «mettere alla prova, saggiare» e «far deviare dalla retta via». Lo Spirito non ci evita la prova, anzi, ce la fa affrontare. Molto belle le parole che troviamo nel libro del Siracide (2,1): “Figlio se ti presenti a servire il Signore, preparati alla tentazione”. Una volta che scegliamo ciò che è buono, che diciamo il nostro si, c’è la difficoltà di portare avanti la nostra scelta. Penso alla vita religiosa e sacerdotale, alla vita matrimoniale, ma anche ad altre scelte buone che facciamo per la nostra edificazione e quella dei fratelli. Chi vive come se non dovesse dare conto a nessuno non sa cosa sono le tentazioni. Le tentazioni non esistono finché si fa del male. Si è tentati quando si segue la retta via, quando si compie il bene.

Prima tentazione: Dì che queste pietre diventino pane! Il pane è un bene, un valore indubitabile, Gesù ci insegna a non cercare nulla a nostro vantaggio, neppure il pane ma ci invita a farci pane come egli si fa quotidianamente su ogni altare del mondo. Vedendo le immagini degli scaffali vuoti dei supermercati, mi risuonano ancora più forte le parole di Gesù “Non di solo pane vivrà l’uomo”. Siamo chiamati a vivere di Parola, dobbiamo vivere di Cristo. Vivere di relazione intima con Cristo. Con Lui siamo sereni come bambini in braccio alla propria madre, lontani da lui prevale la mentalità prettamente umana e subentrano le paure e si creano muri. Urge dare priorità alla Parola di Dio.

Seconda tentazione: Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù. Abbiamo bisogno di vedere cose spettacolari, apparizioni, miracoli… Un bel miracolo, e tutti ti seguono. Il diavolo è seduttivo, si presenta come un amico, come chi vuole aiutare Gesù a fare meglio il Messia. E lo fa citando le Scritture che conosce benissimo. Non fa altro che proporre a Gesù cose molto “cattoliche”: fare miracoli, esercitare il potere religioso, dimostrarsi a pieno titolo Figlio di Dio; ancora oggi la Chiesa nel suo insieme e i singoli cristiani sono affascinati dalle stesse seduzioni. La seduzione non nega la verità – Gesù è il Figlio di Dio – ma la deforma fino a dargli i connotati del potere: sulle cose (i sassi), su Dio (la protezione), sugli uomini (il regno).

Terza tentazione, Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai. La logica umana che prevale sulla logica divina: adorami, cioè segui la mia logica, la mia politica. Prendi il potere, occupa i posti chiave, cambia le leggi rendile più dure da farle apparire giuste. La logica di oggi è quella di risolvere non con la croce ma assumendo la forza l’inganno, l’amore l’accoglienza la solidarietà sono sentimenti che appartengono ai deboli. Basta assicurare pane, miracoli, un apparente e quieto vivere e avrai tutti in mano. Ma questa logica non deve appartenere al cristiano, Gesù non cerca uomini da dominare, vuole figli liberi e amanti, a servizio di tutti e senza padrone alcuno. Gesù non vuole pieni poteri, ogni potere è idolatria.

Gesù ci insegna a superare queste lusinghe, questo stile che porta l’uomo a dominare un altro uomo, proponendoci di essere come quei angeli che si avvicinano per servirlo. Servire è il verbo dell’amore che viene da Dio. In questa Quaresima pendiamoci cura di qualcuno, regalando un po’ di tempo e un po’ di cuore, inventando una nuova carezza, creiamo relazioni, abbandoniamo le paure, le psicosi… semplicemente seguiamo Cristo.

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