Mons. Di Pietro in un Duomo deserto richiama all’unità pur nella diversità

In una Duomo deserto, il Vescovo Ausiliare, Mons. Cesare Di Pietro, ha presieduto la Messa di Pasqua, ricordando come “Colui che rinchiude l’universo si rinchiude nel sepolcro per riscattare l’umanità”. Ha auspicato il riscatto dalle potenze del male, dalla pandemia, dai macigni che invadono la nostra vita, dagli ostacoli che ci tengono prigionieri non solo delle nostre case, ma anche dei nostri egoismi.

“Nella corsa dei discepoli al sepolcro possiamo scorgere l’ansia della Chiesa che cerca il Risorto”. Ha affermato Mons. Di Pietro che continuato la sua omelia invitando ad avere occhi nuovi per riconoscere i molti germi di risurrezione nell’abnegazione dei tanti nuovi crocifissi della storia (medici, infermieri, volontari, sacerdoti, suore…) ma anche nelle tante forme di solidarietà e carità che stanno nascendo in questo particolare momento di prova.

Poi un richiamo all’unità e all’accoglienza di chi non la pensa come noi, ma ha un modo di vedere la realtà sotto altri aspetti: “Al sepolcro si va insieme, anche se si arriva in modo diverso”.

A conclusione dell’omelia afferma:“E se qualche volta, anche noi, facciamo fatica a riconoscere i segni del Risorto, lasciamoci guidare dalle Scritture, che mai smetteranno di orientare la nostra vita. Attingere al tesoro inesauribile della Parola di Dio è fondamentale per illuminare anche i giorni più opachi”. (Mg)

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