Lettera aperta degli imprenditori eoliani al sindaco: “Deroghe e disposizioni chiare”

di Luana Spanò –  Nella giornata odierna già Federalberghi Eolie ha preannunciato l’impossibilità di molte strutture alberghiere di aprire le proprie attività  per le prescrizioni dettate dai protocolli in materia di accoglienza e di sicurezza sui luoghi di lavoro a causa dei rischi, costi e complessità di attuazione. Sulla stessa linea anche AssoImpreseEolie che rappresenta un gruppo di circa 240 imprenditori dell’Arcipelago Eoliano. Il presidente Alessandro Crivelli, in una nota afferma: “Preso atto delle dichiarazioni del Sindaco, attraverso la diretta Facebook quotidiana e ringraziandolo per la puntuale ed esaustiva informazione, facciamo presenti i nostri punti sui quali vorremmo attirare la sua attenzione. Alcune categorie non hanno ancora chiaro come affrontare l’apertura ed anche i protocolli di sicurezza ad oggi sono sconosciuti e non vi è nessuna misura alla quale attingere per i fondi a sostegno dell’acquisto di specifiche attrezzature sanitarie. Avendo dato una lettura anche alla finanziaria regionale pubblicata sugli organi di stampa, ci risultano ancora poco chiari ed insoddisfacenti alcuni punti della normativa in questione. In assenza di un quadro normativo chiaro, non ci sentiamo nelle condizioni di riaprire le nostre attività considerata anche l’assenza di un protocollo sanitario ben definito per le varie attività, fermo restando l’incertezza riferita alla mobilità generale. Le chiediamo di interloquire con la Regione per poter ottenere, per le nostre isole, delle deroghe per consentire l’apertura di alcune attività, senza che gli imprenditori incorrano in sanzioni che di questi tempi avrebbero il sapore della beffa. Ad esempio, stabilimenti balneari, attività di pubblico spettacolo, centri estetici, parrucchieri/barbieri, trasporto marittimo, noleggio con conducente e locazione di barche; noleggio scooter e autovetture. Ottenere la deroga per i pubblici esercizi al fine di consentire, oltre l’asporto, la regolare somministrazione, sempre nel rispetto delle norme sanitarie emergenziali vigenti. Ad oggi non vi è alcuna possibilità di far fronte agli affitti tenendo conto che i vari provvedimenti economici a sostegno risultano insufficienti. Dalle varie considerazioni fatte dalle nostre categorie imprenditoriali si evince che il DDL finanziaria 2020 della Regione Siciliana non rispecchia quelle che sono le nostre esigenze reali, le esigenze di un territorio insulare la cui unica economia è quella turistica. Sosteniamo che la Finanziaria approvata ieri dall’assemblea regionale non ci conforta, anzi rafforza le nostre preoccupazioni che oggi ci inducono a non prevedere la riapertura delle nostre attività. Riteniamo altresì, che il prestito attraverso il fondo IRFIS non sia equo alle esigenze dell’emergenza, sia insufficiente e legato a “lacci e lacciuoli” e lungaggini burocratiche per l’istruttoria della pratiche. Siamo convinti inoltre, che i prestiti quantificati in 15 mila euro, che dovrebbero essere concessi all’imprese, di cui una quota parte dovrebbe essere a fondo perduto, suscita molte perplessità non conoscendo l’entità relativa dello stesso fondo che potrebbe rilevarsi insufficiente in rapporto ai bisogni effettivi dell’imprese. È necessario che vengano posti in essere, in funzione della capacità produttiva, nell’immediato i provvedimenti economici atti a sostenere e “traghettare” le nostre attività fino alla prossima stagione quando, nell’anno 2021 speriamo di poter riavviare le nostre aziende essendo coscienti che quanto perduto nell’anno in corso sarà materialmente irrecuperabile.  Oggi non vi sono le condizioni per riaprire essenzialmente legate ad una connotazione territoriale legata alla nostra insularità che rende le nostre attività particolarmente esposte a fattori esterni, in primis l’afflusso turistico e sentendo in merito anche specialisti del settore, ad oggi abbiamo notizie che fino alla fine di giugno gli afflussi saranno pari a zero. Le entrate saranno insufficienti se non nulle per poter sostenere i costi fissi di gestione. In rapporto all’entità delle attività aventi sede nel territorio siciliano, a nostro parere risultano insufficienti anche i cento milioni di euro destinati agli artigiani tramite il fondo speciale CRIAS. Infine, auspichiamo che siano previste specifiche misure di carattere sanitario e che le stesse siano rese obbligatorie affinché tutti coloro che intendano accedere alle nostre Isole siano sottoposti ai controlli che gli organismi sanitari competenti renderanno disponibili per certificarne la negatività al Covid-19.

In questo particolare momento La ringraziamo per l’attenzione”.

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