Il boss De Luca viveva come un topo, le immagini del nascondiglio

Lo consideravano un boss, eppure ha vissuto come un topo: nascosto in una intercapedine che non è sfuggita agli uomini della squadra mobile, che hanno scovato Giovanni De Luca con un blitz nell’abitazione di Elena Micalizzi, arrestata con l’accusa di favoreggiamento personale aggravato dalle modalità mafiose.

Quando alle 22 i poliziotti sono piombati nella casa sospetta, De Luca si trovava all’interno di una intercapedine, abilmente dissimulata da una finta parete decorativa montata su un sistema di chiusura basculante, ricavata tra il tetto ed il vano scala. L’uomo  è stato rintracciato e catturato: vistosi braccato dagli investigatori della Squadra Mobile, altro non ha potuto fare che arrendersi.

Del resto, numerose “tracce” della presenza del latitante erano presenti nell’abitazione-covo, come indumenti, calzature maschili e farmaci che, sulla scorta delle evidenze investigative in mano della Squadra Mobile, erano certamente riconducibili al latitante.

DE LUCA ha tentato, fino all’ultimo, di rimanere nascosto, ma la morsa degli operatori della Polizia di Stato, ormai certi di essere vicinissimi alla sua cattura, non si è mai affievolita, al punto che, con l’ausilio dei Vigili del Fuoco, gli investigatori si sono portati sulla terrazza dell’abitazione scorgendo una piccolissima presa d’aria che consentiva al latitante di respirare all’interno dell’ingegnoso nascondiglio.

La tenacia e la caparbietà dei poliziotti è stata, del resto, oggetto dell’unico commento fatto dal DE LUCA e concernente il fatto che gli investigatori non avevano mai mollato, ma sarebbero comunque stati costretti a sudare per conseguirne la cattura.

Giovanni DE LUCA ed Elena MICALIZZI sono stati, quindi, condotti presso gli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Messina e, dopo l’espletamento delle formalità di rito, tradotti presso la locale Casa Circondariale di Messina-Gazzi a disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia.

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