Il mito del ponte e l’economia siciliana: l’analisi del Prof. Signorino

“Un ponte potrebbe non essere la soluzione ai problemi economici della Sicilia.” Questo è l’assunto del prof. Guido Signorino, Ordinario di Economia Applicata presso l’Università di Messina, che ha recentemente sfidato la narrativa dominante sulla questione.

Da tempo, la costruzione di un ponte che colleghi la Sicilia al continente viene vista da molti come il rimedio magico per stimolare l’economia dell’isola e colmare il divario del PIL rispetto al resto d’Italia. Tuttavia, Signorino propone un interrogativo semplice ma penetrante: se la mancanza di continuità territoriale fosse realmente la causa del PIL “basso” della Sicilia, come si spiega la situazione in Calabria e Sardegna?

Signorino evidenzia che la Calabria, pur essendo connessa al resto d’Italia, ha un PIL pro capite inferiore a quello della Sicilia. E ancora più sorprendente, la Sardegna, anch’essa un’isola e dunque senza continuità territoriale, vanta un PIL pro capite superiore non solo alla Calabria e alla Sicilia, ma quasi a tutto il Mezzogiorno.

Quindi, se non è la continuità territoriale, quali sono le reali cause del divario economico? Guardando alle statistiche, Signorino suggerisce che la chiave potrebbe risiedere nell’istruzione e nella cultura. Cita dati dell’ISTAT del 2023 che mostrano discrepanze significative nelle competenze alfabetiche e numeriche tra le tre regioni, nonché nelle percentuali di partecipazione culturale e fruizione di biblioteche.

Il suo messaggio è chiaro: invece di concentrarsi su grandi progetti infrastrutturali come la costruzione di un ponte, ci sarebbe un beneficio maggiore investendo in settori ad alta ricaduta occupazionale, istruzione, cultura e sanità. Questi sono gli investimenti che, secondo Signorino, hanno il potenziale di creare una crescita sostenibile e duratura, stimolando lo sviluppo del “capitale umano”, che è la risorsa più preziosa di qualsiasi economia.

Il Prof. Signorino invita dunque a ripensare le priorità, a considerare le vere cause dei problemi economici del Sud e a indirizzare gli investimenti in modo più mirato, offrendo soluzioni che abbiano un impatto reale e duraturo sulla vita delle persone e sul tessuto socio-economico del territorio.

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