Mafia, confiscati beni ad Angelo Porcino del clan dei “barcellonesi”

Nella mattinata odierna, le autorità hanno eseguito la confisca dei beni appartenenti ad Angelo Porcino, noto esponente del sodalizio mafioso dei “barcellonesi”. Tale provvedimento, emesso dal Tribunale di Messina – Sezione “Misure di prevenzione”, è stato il risultato di una proposta congiunta formulata dal Questore e dal Procuratore di Messina. Angelo Porcino è considerato una delle figure di maggiore pericolosità “qualificata” nel territorio del Longano.

La confisca dei beni è stata preceduta dal sequestro degli stessi avvenuto nel maggio 2022, e l’azione è stata condotta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Messina, con notifica da parte del personale dei Commissariati di Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo.

In particolare, la confisca coinvolge sei immobili situati a Barcellona, uno dei quali è stato oggetto di una ristrutturazione di considerevole entità, aumentandone notevolmente il valore. Il Tribunale della Prevenzione ha ritenuto che uno di questi immobili fosse collegato a una ditta di ristorazione, anche se formalmente intestata al figlio di Porcino. Tale attività era stata precedentemente utilizzata per il gioco d’azzardo da parte del padre, secondo quanto emerso dagli atti giudiziari. Il valore totale dei beni confiscati, che include anche numerosi rapporti di conto corrente, è stimato intorno al milione di Euro.

Attualmente in detenzione domiciliare, Angelo Porcino è considerato parte organica del sodalizio mafioso dei “barcellonesi”. Sin dagli anni ’90, è emerso il suo legame con i boss storici noti come il “gruppo dei Vecchi”, quando si era offerto all’organizzazione per eseguire estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori operanti nel territorio di Barcellona. Porcino era stato oggetto di indagini fin dagli anni ’80, con accuse relative alla gestione di bische clandestine e al gioco d’azzardo.

Le accuse a suo carico comprendono associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione di armi, rapina, violenza privata, minaccia e lesioni personali. Ha già ricevuto due sentenze definitive di condanna per appartenenza al sodalizio mafioso. Nel 2020, è stato arrestato nuovamente nell’ambito dell’indagine “Dinastia”, affrontando accuse simili. Il Collegio della Prevenzione, accogliendo le richieste degli inquirenti, ha ordinato il sequestro di un considerevole patrimonio immobiliare, dando luogo al provvedimento di confisca eseguito oggi.

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