Referendum, a Messina affluenza del 23,62%

Per i cinque referendum in tema di lavoro e cittadinanza, con dati ancora parziali, l’affluenza si aggira intorno al 30%. Non è stato dunque raggiunto il quorum richiesto per la validità delle consultazioni, il 50%+1 degli aventi diritto. Tra i primi promotori a commentare l’esito, il segretario di +Europa Riccardo Magi: “Ha vinto l’astensionismo organizzato. Il quorum è divenuto un ostacolo alla democrazia, proporremo di abolirlo”.

Alla chiusura dei seggi a Messina la rilevazione ha fatto registrare 41.334 votanti con la percentuale del 23,62 per cento per il Referendum nazionale n.1 (Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione); 41.337 votanti con la percentuale del 23,62 per cento per il Referendum nazionale n.2 (Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale); 41.332 votanti con la percentuale del 23,62 per cento per il Referendum nazionale n.3 (Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi); 41.326 votanti con la percentuale del 23,62 per cento per il Referendum nazionale n.4 (Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subìti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione); e 41.081 votanti con la percentuale del 23,48 per cento per il Referendum nazionale n.5 (Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana).

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