Fondi pubblici, favori e regali di lusso al centro dell’inchiesta che coinvolge il presidente Ars Gaetano Galvagno e l’assessora Elvira Amata

L’inchiesta per corruzione che scuote la politica siciliana coinvolge Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea regionale siciliana (Ars), e Elvira Amata, assessora regionale al Turismo, entrambi esponenti di Fratelli d’Italia. L’indagine, coordinata dalla Procura di Palermo, si inserisce in un contesto più ampio che ha già visto emergere scandali legati alla gestione di fondi pubblici e all’organizzazione di eventi culturali, tra cui la discussa mostra a Cannes.

Secondo gli atti della Guardia di Finanza, le ipotesi di reato ruotano attorno a finanziamenti pubblici elargiti in modo sospetto, soprattutto verso il bacino elettorale di Amata, la città di Messina. L’assessora è stata coinvolta dopo aver sostituito il predecessore, travolto dallo scandalo Cannes, e avrebbe favorito eventi e iniziative con fondi regionali, tra cui il caso emblematico di “Un Magico Natale”, organizzato dalla Fondazione Dragotto. In questa vicenda, emergono conversazioni intercettate tra Amata, la sua segretaria particolare Valeria Lo Turco, il capo di gabinetto vicario Giuseppe Martino, e Marcella Cannariato (lady Dragotto), proprietaria dell’appartamento condiviso da Amata e Lo Turco a Palermo e anch’essa indagata.

La Procura ipotizza rapporti di scambio tra favori e utilità personali, come l’assegnazione di finanziamenti e l’utilizzo di immobili, in un contesto in cui “nulla è gratis”, come sottolineato dagli stessi protagonisti nelle intercettazioni. La vicenda si inserisce in un quadro più ampio che vede coinvolti anche altri politici e funzionari regionali, con numerosi nomi ancora coperti da omissis negli atti.

Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, è indagato per corruzione nell’ambito della stessa inchiesta. Le accuse nei suoi confronti comprendono l’utilizzo di fondi pubblici per favorire amici e parenti, l’assegnazione di consulenze sospette e l’accettazione di regali di valore da parte del suo staff, come la portavoce Sabrina De Capitani, che avrebbe ricevuto doni per 30mila euro e si è recentemente dimessa. L’indagine, secondo la stampa, rischia di allargarsi ulteriormente e coinvolgere altri esponenti politici di primo piano.

La vicenda ha immediatamente avuto ripercussioni nel dibattito politico regionale. Il deputato Ismaele La Vardera (Controcorrente) ha chiesto le dimissioni di Galvagno, sottolineando come il quadro emerso dalle intercettazioni delinei un “sistema di favori” incompatibile con il ruolo istituzionale ricoperto dal presidente dell’Ars. Anche il Movimento Cinquestelle ha sollevato la necessità di una riflessione etica e politica, invocando trasparenza e responsabilità nella gestione della cosa pubblica.

Sia Amata che Galvagno si dichiarano estranei ai fatti contestati e hanno ricevuto solo una proroga delle indagini, senza dettagli sulle specifiche accuse. L’avvocato di Amata, Sebastiano Campanella, ha sottolineato che si tratta di un atto dovuto e che non sono a conoscenza di elementi concreti a loro carico, non escludendo nemmeno la possibilità di un’archiviazione.

L’inchiesta, partita dallo scandalo della mostra a Cannes, si è progressivamente allargata fino a coinvolgere numerosi esponenti dell’amministrazione regionale e potrebbe avere ulteriori sviluppi nei prossimi mesi. Al momento, la magistratura sta continuando a sentire gli indagati e a vagliare le numerose intercettazioni raccolte, mentre la pressione politica per le dimissioni dei coinvolti si fa sempre più forte.

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