“Sistema Tossico” a Messina: l’accusa del Gruppo Civico “Rispetto Messina”

In un’analisi critica e incisiva, il gruppo civico “Rispetto Messina” denuncia un “sistema di potere tossico” che, a loro dire, si sarebbe consolidato nella città dopo le elezioni amministrative del 2018. Questo sistema, che per lungo tempo sarebbe stato sottovalutato dall’informazione locale e dall’opinione pubblica, si fonderebbe su una commistione tra pubblico e privato e su una gestione politico-amministrativa basata sul “culto della personalità” del suo ideatore. Nell’immagine in evidenza il famoso “baciamano” che ha animato la campagna elettorale per le ultime europee.

“Per anni le prese di posizione, gli interventi e le denunce politiche del gruppo civico “Rispetto Messina” rispetto a un sistema di potere “tossico”, instauratosi nella nostra città dopo le elezioni amministrative del 2018 e perdurante da allora, sono sembrate come una “voce nel deserto”, con una larga parte dell’informazione locale totalmente appiattita su tale sistema clientelare, attuato in maniera pervasiva nei vari strati sociali, e con un’opinione pubblica soggetta a narrazioni false e autocelebrative.

Un “sistema” che aveva un vulnus ab origine, perché fondato su due elementi anomali: una totale commistione fra pubblico e privato, fra soggetti privati e ruoli istituzionali, e una “gestione” politico-amministrativa portata avanti all’insegna del “culto della personalità”, parossisticamente caratterizzata da una sorta di “fideismo assoluto” nei confronti dell’ideatore di tale sistema. Questo è stato possibile grazie all’utilizzo di un soggetto politico che, pur nelle varie declinazioni, assumeva sempre più l’immagine di un movimento politico “padronale”, in cui le linee politiche venivano stravolte a seconda degli “umori” e delle decisioni del fondatore.
E solo in un soggetto politico “padronale” si può rendere il meccanismo dello “scambio” un elemento istituzionalizzato, un do ut des codificato con patti leonini, sottoscritti con tariffari ben determinati, e con un personale politico-amministrativo che, in maniera anche poco edificante, privilegia la “logica dell’appartenenza” rispetto all’imparzialità dei propri ruoli di governo locale, fino ad apparire come semplici “comprimari”.
Ma tale sistema, che si regge su un soggetto politico, abbisogna anche di risorse finanziarie per operare ed espandersi, provenienti sia da aderenti e sostenitori, ma soprattutto da soggetti che sono stati “scelti” in maniera fiduciaria per svolgere importanti ruoli di vertice in enti locali quali il Comune di Messina, altri comuni e la Città Metropolitana. Questi ricevono compensi e indennità calcolati al massimo, che in alcuni casi — come quello dei due direttori generali del Comune e della Città Metropolitana o del Sindaco di Messina — superano quello del Presidente della Repubblica.
Si instaura così un metodo che fa ottenere maggiori introiti al soggetto politico, correlati agli emolumenti percepiti da vari soggetti con ruoli di gestione ai diversi livelli. Tutto il resto che sta emergendo, e che finalmente viene pubblicizzato, potrebbe essere oggetto di attenzione o di interventi anche da parte di realtà istituzionali che rappresentano il Governo a livello locale, e che hanno anche la funzione di vigilare sul corretto funzionamento degli enti locali.
Ma non possiamo non sottolineare come, in tutta questa vicenda, manchi del tutto quella “etica della responsabilità” che — anche se oggi, con quanto avviene a livello nazionale, regionale e locale, può apparire un’utopia — dovrebbe caratterizzare i comportamenti di tutti coloro che svolgono un ruolo pubblico e gestiscono ed utilizzano denaro pubblico.

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