Nuovi dettagli sull’inchiesta Cuffaro: nomine truccate, “talpa” nei carabinieri e il progetto del Ponte sullo Stretto

Emergono oggi nuovi particolari nell’inchiesta che vede coinvolto Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana, già noto ai nostri lettori per l’indagine in corso su corruzione e gestione degli appalti nella sanità regionale. Le novità svelano una rete di potere che non solo manipolava nomine e gare pubbliche ma si articolava anche attraverso contatti riservati e interventi diretti in diverse Asp siciliane.

Le intercettazioni telefoniche approfondiscono il ruolo di Cuffaro nel condizionare concorsi e incarichi di vertice alla sanità, con l’uso di utenze intestate a familiari e collaboratori per evitare controlli. In particolare, spiccano le nomine pilotate nelle aziende sanitarie di Palermo, Enna e Siracusa, dove secondo l’accusa erano praticati scambi illeciti di favori, posti di lavoro e subappalti.

Un ulteriore sviluppo riguarda la scoperta di una “talpa” all’interno dei carabinieri, il tenente colonnello Stefano Palminteri, accusato di aver passato informazioni riservate a Cuffaro e ad altri politici per avvisarli delle indagini in corso, compromettendo così la regolarità delle investigazioni.

Parallelamente, spunta anche un retroscena politico: Cuffaro avrebbe manifestato l’intenzione di ricandidarsi alla guida della Regione siciliana, tentando di consolidare il controllo su un terzo delle Asp siciliane. A sorpresa, nelle carte dell’inchiesta emerge un collegamento indiretto con il progetto del Ponte sullo Stretto, simbolo di grandi opere regionali, che alimenterebbe le dinamiche di potere messe in luce.

La questione del Ponte sullo Stretto di Messina nell’inchiesta su Totò Cuffaro emerge come un capitolo degli accertamenti ricco di omissis. Fonti della Procura di Palermo indicano che Cuffaro avrebbe attivato una rete di relazioni, definita dai pm come un “comitato di affari occulto”, per sfruttare le potenzialità occupazionali e di finanziamento legate all’annunciato inizio dei lavori per la realizzazione del ponte. La vicenda, ripercorsa in un excursus storico dal primo tentativo di costituzione della società sino all’accelerazione recente, sottolinea come l’interesse dell’ex governatore e del suo entourage riguardasse non solo opportunità politiche e di controllo economico, ma anche la gestione di risorse e posti di lavoro collegati all’opera.

Le indagini rilevano che, oltre al sistema di potere legato alla sanità siciliana, Cuffaro avrebbe cercato di consolidare il proprio potere politico e il controllo sulle risorse attraverso anche questo grande progetto infrastrutturale. Tuttavia, molto di questo capitolo è coperto da omissioni negli atti.

Una informazione resa pubblica da fonti giornalistiche che hanno avuto accesso agli atti dell’indagine della Procura di Palermo, in particolare un articolo di Live Sicilia che documenta l’esistenza di tale capitolo nell’inchiesta, senza però svelarne tutti i dettagli per ragioni cautelari e investigative.

Nei prossimi giorni sono attesi interrogatori importanti e la definizione di eventuali misure cautelari, tra cui la richiesta di domiciliari per Cuffaro e altri indagati chiave, a conferma della gravità delle accuse e dell’attenzione della procura verso un sistema di corruzione ben radicato nel cuore della politica siciliana.

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