Visita al carcere di Gazzi: Associazione Adelaide Aglietta e Camera Penale di Messina denunciano carenze di personale e promuovono la riabilitazione attraverso il teatro

L’Associazione radicale Adelaide Aglietta di Torino e la Camera Penale di Messina il 18 agosto hanno effettuato una visita presso il carcere di Gazzi, con l’obiettivo di verificare le condizioni dell’istituto penitenziario e sensibilizzare alcuni cittadini sulla realtà carceraria.
La visita, durata oltre tre ore, è stata preceduta da un dettagliato colloquio con la direttrice
dell’istituto di pena, Dr.ssa Angela Sciavicco, in cui si sono discusse le finalità dell’incontro e le principali criticità dell’istituto. Tra queste, emerge la mancanza di circa 20 agenti di polizia penitenziaria, fondamentale per garantire la sicurezza e la gestione quotidiana del carcere, e la presenza di un solo educatore, il capoarea, insufficiente per rispondere alle esigenze dei detenuti.

È stata individuata un’area per gli incontri affettivi, che occorre tuttavia ancora
ristrutturare.
La visita si è svolta in tutti i blocchi dell’istituto con libertà e senza alcuna limitazione. Sono
stati confermati alcuni aspetti già messi in evidenza da Antigone: la struttura fisica del
carcere, sebbene vecchia, è in buone condizioni; il carcere non risulta essere sovraffollato,
con circa 200 detenuti per 302 posti disponibili, anche se una parte delle celle è inagibile.
Nelle celle sono presenti ventilatori e frigoriferi ed è rispettato il minimo di agibilità di 3 mq per detenuto. C’è una presenza del medico e di personale infermieristico nelle 24 ore. Nel carcere sono presenti diverse associazioni di volontariato, che apportano un contributo concreto.

Un aspetto di eccellenza è rappresentato dal laboratorio teatrale, strumento importante per la riabilitazione e l’inclusione.
Non sono mancate critiche e richieste da parte dei detenuti: scarsa presenza del giudice di
sorveglianza, tempi lunghi per visite mediche specialistiche, poca flessibilità nella
comunicazione con i familiari.
Purtroppo, non vi è una tradizione di lavoro esterno per i detenuti di Messina, sicuramente
difficile da trovare per evidenti problemi sociali, ma invitiamo il Comune della città a trovare maggiori forme di collaborazione con la società civile e l’istituto di pena per non lasciare nulla di intentato, affinché anche questo aspetto della riabilitazione e dell’inclusione sia perseguito.

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