BUSINESS MODEL: «PENSARE IN GRANDE È FONDAMENTALE»

Nonostante la pioggia e l’allerta meteo di sabato scorso, in tanti non hanno voluto perdere Get Up, terzo appuntamento di Get Up Start Up. Sabato scorso al Palacultura ci si è soffermati su uno degli argomenti più duri a chi si preoccupa di fare impresa ed è alle prime armi, il Business Model.

 

Dopo i saluti di rito si è partiti con una piccola verifica, un test di 10 domande che ha permesso agli organizzatori e a chi ha preso parte agli incontri di mettere a fuoco gli argomenti chiave fin qui trattati. Ne è venuto fuori un momento di scambio, tipico degli incontri GUSU, e che ha rotto ancor di più la barriera tra mentor e ascoltatori. Inoltre, le varie risposte si sono rivelate degli spunti per ricordare alcune nozioni e trattarle con maggiore cura.

Successivamente si è passati all’argomento chiave di Get Up, cioè il Business Model. Partendo da un problema (individuato ne “la coda alle poste”) si è cercato di trovare una soluzione, analizzando tutti gli step necessari per realizzarla. Sin da subito si è cercato di trovare qualcosa che non fosse legato alla sola città di Messina o alla Sicilia: «Si può e si deve partire dalla propria città, ma è necessario pensare in grande», ha specificato Barbara Labate «affinché la soluzione che io propongo possa essere utilizzata anche in altre parti del mondo». Maggiore attenzione è stata posta naturalmente al ritorno economico che la soluzione deve avere (altrimenti non si parlerebbe di business).

 

La novità di Get Up è stato lo spazio riservato a Walter Ruggeri e Sonia Gennaro, fondatori e animatori del business club MessinaWeb 2.0. Il loro intervento si è concentrato sui mestieri che la rete offre, mettendone in luce le numerose opportunità lavorative. Di fatto hanno tradotto dal vivo ciò che di solito Messina Web 2.0 fa in rete: diffondere informazioni utili e mettere in contatto professionisti (non solo del web) tra loro. Il proposito è di creare un circolo virtuoso che, messo in moto, possa alimentarsi giorno dopo giorno. Il fine ultimo è avere un ecosistema di persone che lavorano secondo i canoni di collaborazione e condivisione.

 

Come sempre, nella parte finale dell’incontro ci si è concentrati sui pitch. A parlare questa volta sono stati Paolo Carilli e Alessio Mantineo che hanno presentato My Hospital Assistant, un progetto che nella realtà ha già ricevuto un finanziamento da parte del Miur, e che come tutti i progetti presentati fino a adesso ha alimentato il dibattito finale.

 

Get Up è stato probabilmente l’incontro (tra quelli sin qui svolti) più votato alla formazione di tutto l’intero ciclo. A mio avviso ogni intervento sabato scorso ha anche indirettamente formato il pubblico presente. Un esempio su tutti, l’esposizione dei pitch: indirettamente si è mostrato concretamente cosa ha bisogno un progetto per essere raccontato nella maniera vincente. Questo, ma non solo, credo faccia di Get Up Start Up qualcosa di prezioso per la città, considerato anche il fatto che sia gratis e aperto a tutti.

 

Ancora una volta ricordo che per seguire tutte le novità e gli sviluppi di Get Up Start Up, c’è un gruppo su facebook, mentre l’appuntamento con l’ultimo (almeno per adesso) incontro del ciclo sarà il 21 dicembre sempre al Palacultura Antonello.

 

@fabbiobbruno

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