A PROPOSITO DI CAMPANE…A BARCELLONA SEMPRE PIU’ DIFFICILE ASCOLTARLE TUTTE

 

Amaro senso dell’umorismo quello inserito nel titolo ma davvero l’ennesimo furto d’arte consumato a Barcellona nella notte tra il 17 ed il 18 maggio scorso ha dello squallido, e poco può servire ad attenuare la rabbia di una popolazione e soprattutto di un quartiere che da anni vede portar via pezzi di storia da una delle strutture più antiche dell’intero territorio. La famosa Chiesa dei Basiliani, costruita tra il 1776 ed il 1791, fu un’opera di grande rilievo architettonico e sociale: al suo interno sino al 1865, anno in cui divenne patrimonio statale e non più ecclesiastico, la confraternita dei Padri Basiliani vi pose la propria sede conventuale, arricchendo e sostenendo la ancora giovane popolazione cittadina.

Al suo interno si trovano affreschi di scene della vita di S. Basilio, inoltre si conserva il coperchio del sarcofago attribuito dallo storico Filippo Rossitto alla tomba di Simone, figlio di Ruggero il Normanno, sepolto a Gala per volontà della madre Adelasia. E queste sono solo alcune delle ricchezze che, in quel 1865, furono consegnate dai padri che dovettero poi spostarsi lasciando una struttura che col tempo fu sottoposta ad incuria e degrado. Molti oggetti, di alto valore come il cinquecentesco tondo attribuito, secondo il Bilardo, ad Antonello Gagini, sono già scomparsi e le ricerche non hanno condotto a nulla. Solo di ieri il comunicato di protesta e di informazione emanato dalle due associazioni che prestano attenzione al patrimonio artistico di una città che ancor oggi spesso non conosce appieno la propria storia, storia che sta man mano scomparendo. 

 

Questo il testo del comunicato inviato dalla PRO LOCO “A. MANGANARO” ed ASS. CULT. “GENIUS LOCI” :

Mani ignote, nella notte tra il 17 e il 18 Maggio, hanno rubato la grande campana in bronzo della chiesa dei Basiliani sulla collina di Monte Croce a Barcellona. Indisturbati, nonostante la collocazione nella torre campanaria, hanno potuto staccare il manufatto dalla sua sede e trafugarlo altrove. Probabilmente su commissione. Ma questo è solo l’ennesimo furto sacrilego perpetrato ai danni della chiesa settecentesca. Infatti nel 1991 è stato rubato il preziosissimo tondo gaginesco con laMadonna e il Bambino, e nel 2010 è stata asportata la croce greca fissata sulla sommità della facciata. Oggetti d’arte e di devozione mai più ritrovati perché, forse, mai veramente cercati. Ora che poco resta da rubare (ricordiamo che tutto l’arredamento, i libri e le suppellettili sacre erano già scomparse negli anni in cui l’attiguo convento ospitava il Liceo Classico) ci chiediamo: possibile che tutto questo avvenga nella più banale normalità, senza che nessuna autorità assuma una forte posizione? Il patrimonio artistico e culturale di Barcellona Pozzo di Gotto, seppur negli ultimi anni faticosamente riscoperto e valorizzato da molte associazioni cittadine, rischia – nell’indifferenza – di privarsi definitivamente di alcuni dei suoi pezzi più importanti. Ma questo non possiamo permetterlo.

Per questo chiediamo al Nucleo Tutela dei Beni Culturali dell’Arma dei Carabinieri di prestare maggiore attenzione al territorio barcellonese e di porre in atto tutti gli strumenti necessari affinché si scoprano gli artefici dei furti (ma tutte le chiese cittadine sono state bersaglio di numerosi furti) e si riesca a restituire alla cittadinanza barcellonese quanto fa parte del proprio corredo storico, sociologico e memoriale. Al contempo chiediamo alla nuova Amministrazione Comunale di predisporre quei minimi accorgimenti (adeguata illuminazione, telesorveglianza) per evitare in futuro il perpetrarsi di ulteriori fatti delittuosi, che rappresentano vere e proprie spoliazioni di opere che appartengono all’intera comunità, con grande e vero dolore di chi dedica la propria vita alla cultura, all’arte, al bello e alla legalità. (CARMEN MERLINO)
 

 

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