I REFERENDUM: DEMOCRATICI DI SINISTRA, PERCHE’ NO?

Tra sei giorni scade il termine per la firma dei dodici referendum indetti dai radicali. Se saranno cinquecentomila, la Cassazione li riterrà validi e nella prossima primavera si andrà a votare. Se ne è parlato, anche per la pubblicità mediatica dovuta alla firma di Berlusconi a tutti i quesiti. Anche Mario Monti ne ha firmato qualcuno. Ma ciò che più mi stupisce, che mi riesce incomprensibile, è il silenzio dei democratici di sinistra. Alcuni di loro hanno detto che le leggi le deve fare il Parlamento, non i referendum. Avallando così un antico pretesto che ha permesso per decenni l’ immobilismo legislativo su materie di grande interesse pubblico. Altri hanno semplicemente taciuto. E nessuno dei dirigenti ha firmato. Perché?
Due di questi quesiti non sono una novità. Il finanziamento pubblico ai partiti e la irresponsabilità dei magistrati erano già stati aboliti in due referendum precedenti e poi ripristinati da espedienti legislativi, truffando la volontà popolare, anche quella dei democratici di sinistra che in massa li avevano votati. Almeno i quesiti sull’otto per mille (attribuire le quote senza indicazione allo Stato), sull’abolizione della legge Bossi-Fini sull’immigrazione, sul divorzio breve, sull’abolizione del carcere (sostituendolo con multe pesanti) per i detentori di piccole e medie quantità di stupefacenti, sull’abolizione dell’ergastolo, dovrebbero essere quesiti posti e sostenuti dalla sinistra. A parole, i democratici di sinistra hanno sempre detto che queste erano loro battaglie. Ma poi, quando si è trattato di firmare i referendum, si sono tirati indietro.

Altro discorso sulla separazione delle carriere dei magistrati. Certo, a Berlusconi va bene che i pubblici ministeri siano completamente staccati dai magistrati giudicanti, senza alcun potere di condizionamento. Ma basta questo per dire no a un provvedimento che (come avviene in tutto il mondo occidentale) creerebbe in Italia un processo penale con accusa e difesa sullo stesso piano, con un magistrato giudicante terza parte in causa?
Ma i ds fanno orecchio da mercante, presi dalle beghe precongressuali, dalle divisioni correntizie, dai personalismi. E io ancora aspetto una risposta alla domanda “i referendum, perché no ?”.(GIUSEPPE LOTETA)

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