COSAP, PANARELLO A GAROFALO: “CONSIGLIO COMUNALE COMPETENTE”. MA SPUNTA FUORI LA BUROCRAZIA

Repetita iuvant. Lo dicevano i latini e ne è convinta l’assessore comunale al Commercio, Patrizia Panarello, che, rispondendo al deputato del Ncd Vincenzo Garofalo, ribadisce che è compito del Consiglio comunale deliberare la riduzione della tassa sull’occupazione del suolo pubblico, la Cosap, autentica piaga per i locali della città che osano allestire dei tavoli all’aperto.

Panarello (nella foto), in un comunicato, “fa presente che i fatti sono quelli già rappresentati, ovvero che nel dicembre 2011 il Consiglio comunale approva la proposta di delibera n. 97/c con la quale si modifica il Regolamento comunale per il rilascio delle concessioni per l’applicazione del canone di occupazione spazi ed aree pubbliche del 2001. Con quella delibera si stabiliscono i nuovi coefficienti riguardanti ad esempio le distese di sedie e tavoli, i dehors, i gazebo, le tende aggettanti. Moltiplicando tali coefficienti con la tariffa base e con i coefficienti relativi all’ubicazione delle attività commerciali si ottengono quegli aumenti in merito ai quali protestano oggi i commercianti chiamando peraltro ingiustamente in causa la giunta Accorinti”.

Da qui, conferma l’assessore, deriva che “la classificazione dei coefficienti può essere aggiornata all’occorrenza solo con deliberazione del Consiglio comunale così come recita l’art. 19 del regolamento Cosap. Durante gli ultimi mesi – prosegue Panarello – la proposta di modifica richiesta dai commercianti e in particolare dalle associazioni di categoria è stata discussa dai consiglieri comunali, portata all’attenzione dei dirigenti, fatta propria dalla Presidenza del Consiglio e condivisa dalla sottoscritta; pertanto nessuna inerzia attribuita al Consiglio Comunale e nessun rimpallo di responsabilità. Atteso che le procedure burocratiche hanno effetti concreti sulla vita dei cittadini, solo la corretta informazione che questa Amministrazione si sforza sempre di fare con toni e modi sempre pacati, può creare quel clima di collaborazione necessario per affrontare questioni così delicate. Del tutto fuori luogo dunque l’accusa di produrre frasi ad effetto, uno stile che non mi appartiene in alcun modo”.

 

 

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