San Filippo a porte chiuse, si rischia la figuraccia in diretta nazionale per rivalità tra prefetto e sindaco

Caos calcio. A 48 ore dalla partita col Benevento e a poco più di una settimana dai fattacci relativi alla gara con il Catanzaro, è nuovamente polemica nel triangolo tutt’altro che amoroso fra Acr Messina, Prefetto e Comune: con una nota ufficiale, Stefano Trotta chiude le porte del San Filippo ai tifosi e torna a divampare la polemica sulle responsabilità del trasporto sicuro dei tifosi ospiti dagli imbarcaderi all’impianto sportivo. La sontuosa gaffe di due settimane fa che ha scatenato l’ira del prefetto e del sindaco calabrese, tanto da chiedere l’apertura di un’inchiesta ad Alfano, oltre all’indignazione del Coisp (sindacato di polizia), non è evidentemente servita alle parti per riuscire a trovare un accordo su una questione di assoluta rilevanza, destinata a riproporsi in più occasioni, tanto da spingere la Prefettura non solo ad ammonire la società, ma anche a minacciare l’estensione della chiusura dello stadio ai prossimi eventi sportivi qualora Acr e Comune non riescano a trovare un accordo definitivo. Ma dove è finita la collaborazione tra le parti? A quale deriva è destinata una città in cui le istituzioni piuttosto che dialogare si fanno la guerra fredda?

Il riferimento in particolare è al protocollo stipulato la scorsa estate tra Ministero dell’Interno e Lega Pro contenente misure finalizzate a garantire una maggiore sicurezza negli incontri calcistici; dall’Acr non arrivano al momento dichiarazioni ufficiali, anche secondo alcune indiscrezioni nelle prossime ore potrebbe esserci un nuovo tavolo tecnico, sebbene sulla scia delle incomprensioni relative alla mancata intesa su alcune coperture economiche in occasione di Messina-Catanzaro le sensazioni non sono positive. In ballo l’ennesima figuraccia, questa volta in diretta nazionale data la presenza delle telecamere di Raisport (e quelle consuete di Sportube), ma anche l’umore di Pietro Lo Monaco, già in odor di disamoramento verso una città in cui fare calcio è sempre più complicato: a rischio la perdita degli introiti di una gara per la quale la società aveva indetto prezzi popolari, scelta che aveva trovato consenso nella prevendita adesso sospesa, senza contare il buon afflusso dei tifosi ospiti, pronti in ogni caso, come comunicato dalla curva del Benevento, a sbarcare comunque in città con pullman e mezzi propri: non basterebbe a questo punto  scortare i supporter? E verso quali rischi si va incontro se questa mole di tifoseria, non essendo confinata in uno stadio, potrà potenzialmente entrare in contatto vicendevole? Per non parlare poi delle iniziative dedicate alla memoria Graziella Campagna, per la quale era stato previsto, oltre al minuto di silenzio, l’esposizione di uno striscione commemorativo.

Ma cosa ne pensano i tifosi messinesi, vittime dell’ennesimo smacco? Questo il commento di Nino Martorana, storico leader di Gioventù Giallorossa: “Il prefetto si attiene alla legge, adesso tocca al Comune mettere il Messina nelle condizioni di poter trovare questa convenzione anche per le prossime partite. Alibi per nessuno, sia la società che il Comune devono trovare la soluzione, perchè altrimenti saranno come sempre gli abbonati a subirne le conseguenze. E già che ci siamo, ad Accorinti chiediamo di concedere dei bus non solo ai tifosi ospiti, ma anche a quelli messinesi che ogni partita devono raggiungere lo stadio con mezzi propri. Non ci sembra una richiesta eccessiva”. Si allinea Marcello Saccà, leader dei Fedelissimi: “La società va ancora in mezzo a questioni istituzionali, in questo caso la ripicca del prefetto per quanto successo dopo la partita con il Catanzaro. Se si giocasse a porte chiuse sarebbe un danno incalcolabile, ma noi saremo comunque a sostegno della squadra, anche in collina con tutti i rischi che comporta arrivarci di sera. Inoltre temo che non ci siano i tempi per ribaltare la decisione, ma chiaramente la speranza è che si possa trovare una soluzione”.

@RobertoFazio

 

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