Salvato in mare dalla nave Aquarius, bimbo di tre anni lotta al Policlinico di Messina

Strappato dalla morte nelle acque del Mediterraneo, l’odissea per un bimbo di tre anni non è finita. Era a bordo di un natante con la madre e un fratellino di un anno, in fuga dall’Eritrea passando per l’inferno libico. Fino alla salvezza, a bordo della nave Aquarius di SoS Mediterranee e Medici senza Frontiere, attualmente a Catania per lo sbarco delle 421 persone soccorse sabato scorso a bordo di una sola e sovraffollata imbarcazione di legno.

Numerose le donne e i bambini che hanno affrontato il viaggio ammassati nella stiva.

aquarius_bimboIl bimbo una volta a bordo, ha manifestato forti convulsioni e un grave malore che richiedeva avanzate cure mediche, tanto che è stato trasbordato ieri sera d’urgenza a Siracusa in coordinazione con la Guardia costiera italiana.

Lì i medici hanno disposto il ricovero al Policlinico Universitario di Messina, nel reparto di rianimazione pediatrica, dove lotta ancora, seguito dal personale medico.

Proprio la nave Aquarius è rimasta in stand by per quattro ore in attesa di una motovedetta libica che poi non è mai arrivata. Mentre i migranti disperati chiedevano aiuto. Gli ultimi sbarcati in Italia possono considerarsi davvero miracolati.

Sophie Beau, cofondatrice e vicepresidente di Sos Méditerranée international, accusa: “Questo drammatico avvenimento è stato estremamente duro per i nostri team, costretti ad osservare impotenti operazioni che rimandano in Libia persone che fuggono quello che i sopravvissuti descrivono come un vero inferno e che noi non abbiamo mai cessato di denunciare dall’inizio della nostra missione. Sos Méditerranée non può accettare di vedere essere umani morire in mare né di vederli ripartire verso la Libia quando la loro imbarcazione è intercettata dalla Guardia costiera libica. Nonostante le condizioni attuali particolarmente difficili in alto mare il nostro dovere è di restare presenti per soccorrere coloro che cercano di fuggire l’orrore dei campi libici, per proteggerli e per continuare a testimoniare la realtà vissuta da questi uomini, donne e bambini in cerca di protezione”(@Pal.Ma)

 

 

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