Migranti, dopo il “caso Messina” Bruxelles e Berlino fermano Salvini: “Sophia non si tocca”

Le navi della missione europea continueranno a portare i migranti nei porti italiani. Il “caso Messina”, che ha visto giungere in porto la nave della marina irlandese salutata dalle magliette rosse, ha dato il via al “contenimento” politico di Salvini, che a dispetto delle competenze del proprio dicastero, aveva chiesto lo stop della “missione Sophia”, ovvero una missione europea che coinvolge i ministeri della difesa e degli esteri.

Almeno fino alla fine dell’anno, sua data naturale di scadenza, le direttive della missione europea Sophia non cambieranno.

A fermare il ministro degli Interni Salvini, che ha scatenato polemiche a tutti i livelli (internaziali e locali) dopo la decisione di chiuere i porti alle navi delle Ong come Aquarius ancora ferma a Marsiglia, la Commissione Europea: “E’ imminente una revisione del mandato strategico dell’operazione e quindi sarà quella l’occasione per discutere delle proposte italiane” ha spiegato il portavoce da Bruxelles, mentre un portavoce del ministero della Difesa tedesco ha tagliato corto affermando che “nessun cambiamento” è in vista per le navi impegnate nella missione: “Il loro compito è portare i profughi nei porti sicuri corrispondenti”.

Le precisazioni seguono quelle del ministro della difesa grillino Elisabetta Trenta, che dopo aver ricordato al collega che «Eunavformed è una missione europea ai livelli Esteri e Difesa, non Interni», ha ribadito che l’azione «deve essere coordinata a livello governativo, altrimenti l’Italia non ottiene nulla oltre a qualche titolo sui giornali, fermo restando che la guida italiana per noi è motivo di orgoglio»

Per il titolare del Viminale, che aveva detto di voler affrontare la questione già giovedì a Innsbruck durante il vertice dei ministri degli Interni, si tratta di una brusca frenata.

Una “lezione di stile” che arriva anche dal presidente Mattarella che avrebbe spiegato al leghista come piuttosto che agitare le acque con continue allarmi e minacce che al massimo, come ricordato domenica sera dal ministero della Difesa, servono solo a ottenere qualche titolo sui giornali, rdovrebbe abbassare i toni e rispettare il ruolo politico delle istituzioni che si vuole rappresentare. (Pal.Ma)

 

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