Messina, truffe all’Inps: altri 68 indagati, molti ultraottantenni

Ha raggiunto il consistente numero di 94 quello degli indagati per truffe ai danni dell’Inps. L’inchiesta della Procura della Repubblica ha infatti posto sotto indagine altre 68 persone, raggiunte da un avviso di garanzia che si aggiungono ai primi 26 notificati nei giorni scorsi. Si tratta degli intestatari delle singole pratiche contestate, che riguardano un periodo compreso tra il 2009 e il 2014.

Nel fascicolo in mano al sostituto procuratore Rosanna Casabona compaiono adesso quelli che in quasi tutti i 119 capi d’imputazione vengono definiti “privati determinatori”, ossia coloro a cui erano intestate le pratiche, ad esempio quelli a cui sarebbero state accertate con falsi certificati delle cardiopatie, o piuttosto cataratta, sindrome depressiva con attacchi di panico, discopatie, vertigini, lombosciatalgia. Alcuni degli indagati avrebbero prodotto falsi certificati nella causa previdenziale pendente davanti al Tribunale di Messina, per ingannare il Ctu nominato nell’esecuzione della perizia.

L’ accusa ha messo in evidenze le varie ruote di un ingranaggio che pesava sulle casse pubbliche: chi individuava i clienti attraverso conoscenze personali o patronati, chi si occupava di istruire le pratiche attraverso il recupero di certificati medici formalmente emessi da strutture pubbliche, chi accompagnava alle visite, chi riceveva dai pazienti denaro per il rilascio dei certificati.

E non mancano gli avvocati, che curavano la gestione giudiziale delle pratiche previdenziali, chiedendo i certificati necessari a vincere le cause, incassando parte delle somme dei clienti. Così come indispensabile il ruolo dei medici specialisti di strutture pubbliche accusati di emettere certificati non corrispondenti alla realtà, in cambio di qualche compenso.

Nell’elenco degli ultimi indagati figurano diversi ultraottantenni, e due novantenni. Mentre il più giovane “assistito” Inps tra gli indagati per truffa ha 28 anni.

 

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