UNIVERSITA’: CONFERMATE LE CONDANNE A DOCENTI E RICERCATORI COINVOLTI NELLO SCANDALO A VETERINARIA

 

La corte di appello di Messina ha confermato la sentenza di condanna emessa in primo grado nell’ambito di un troncone del processo sulla facoltà di Veterinaria e sulla gestione dei fondi Lipin.

Il processo era a carico di sei persone, tra docenti e ricercatori, che in primo grado erano state giudicate con il rito abbreviato. A dicembre 2008 il gup Massimiliano Micali aveva condannato ad un anno, pena sospesa, il professore Raffaele Tommasini, i componenti del consiglio di facolta’ Francesco Naccari, Maria Grazia Pennisi, Marisa Masucci mentre ad un anno e quattro mesi erano stati condannati i ricercatori Mirko Paiardini e Barbara Cervasi. Il procedimento era scaturito dall’inchiesta sul concorso per un posto di professore associato alla facoltà di Veterinaria nell’Università di Messina. Secondo l’accusa la selezione era pilotata e mirata a favorire il figlio dell’allora preside di quella facoltà, il prof. Battesimo Macrì.

Tommasini, Naccari, Pennisi e Masucci dovevano rispondere di abuso d’ufficio mentre Paiardini e Cervasi di peculato per la gestione dei fondi Lipin, in particolare per l’appropriazione di 23.333 euro. Nella scorsa udienza l’accusa aveva chiesto la riqualificazione del reato ed una riduzione di pena per i due ricercatori accusati di peculato.

L’indagine, affidata alla Guardia di finanza, prese il via dalle denunce del prof. Giuseppe Cucinotta, ordinario di Clinica chirurgica e patologia chirurgica della facoltà, che nel febbraio 2006, dichiarò di aver ricevuto  pressioni  proprio per indirizzare l’esito del concorso.

Per questa inchiesta è indagato anche il rettore Francesco Tomasello che ha optato per il rito ordinario ed è stato rinviato a giudizio davanti al Tribunale assieme ad altre 22 persone tra docenti e funzionari dell’Ateneo. Tra loro anche l’ex preside di Veterinaria, prof. Battesimo Macrì. 

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