FAVA, LA SICILIA, GLI INTELLETTUALI E IL “VOTO ANTIMAFIOSO”

 

Aveva lanciato la sua candidatura a Barcellona PG lo scorso 12 giugno, proprio in quel comune che dopo le ultime elezioni, con la vittoria di Maria Teresa Collica, ha segnato una nuova stagione, quella della “pagina” che anche lo stesso Fava chiede di “voltare”. Una vittoria che è servita a dare animo ai militanti di Sinistra Ecologia e Libertà, che in Sicilia puntano proprio sul Coordinatore della segreteria nazionale Claudio Fava, che però, già in prima battuta, ha dichiarato come la sua sia una candidatura “a prescindere dai partiti”.

Infatti a sostenere Fava e a presentare il progetto della lista LiberaSicilia per la corsa alle prossime regionali, è stato Ninni Bruschetta, alla testa di un nutrito gruppo di artisti, attori, musicisti, che hanno deciso di spendere il proprio nome e percorrere la strada della candidatura di piazza, intendendo puntare su chi per storia personale e politica può raccogliere le speranze di un voto “antimafioso”.

Percorso inerpicato e che proprio tra gli intellettuali dovrebbe far discutere. Infatti, non dovrebbe essere certo la corsa a chi è più antimafioso ad animare, soprattutto a sinistra, le strategie elettorali. Anche perché, lo stesso fronte “antimafia” è politicamente spaccato: basta pensare  alle ultime “coltellate” palermitane, alla più volte “silurata” Rita Borsellino, all’ autocandidatura di Rosario Crocetta, attuale vicepresidente della commissione antimafia europea, alla vittoria di Leoluca Orlando, al silenzio politico di Sonia Alfano indipendente nell’Idv, così indipendente da non appoggiare pubblicamente alcuna candidatura, al ruolo di Beppe Lumia nel contesto del Pd siciliano.

Il cambiamento è in atto, infatti. E adesso, anche tra i partiti che vedono sfuggire il vecchio “controllo”, si stanno cercando strategie, puntando soprattutto sul comunicare il senso di novità: cosa non semplice dal momento che la classe politica, a destra come a sinistra, è rappresentata dalle stesse facce da anni.

Lo stesso Claudio Fava varcò per la prima volta la soglia di Palazzo D’Orleans nel 1991, quando fu eletto nelle liste della “Rete” di cui fu fondatore con l’attuale sindaco Orlando e successivamente nel 1992 eletto alla camera dei deputati. Un lungo percorso, passando per la stagione “veltroniana” dei Democratici di Sinistra, che lo vide coordinatore regionale e parlamentare europeo per due stagioni consecutive. Poi  nel maggio 2007, l’adesione alla mozione presentata da Fabio Mussi  al congresso nazionale dei DS, con la nascita di Sinistra Democratica, e una serie di sconfitte elettorali, spesso condizionate  dal sistema elettorale che nonostante il successo di voti personali non ha concesso il raggiungimento della soglia prevista, come nell’ultima corsa alle  europee del 2009 dove era candidato nelle circoscrizioni Italia nord occidentale, Italia centrale e Italia insulare con la lista di Sinistra e Libertà.

Certo non tutti sono uguali, infatti la sfida più grande per i professionisti della politica, sarà quella di spiegare come mai nel corso dell’ultimo ventennio Berlusconiano, pur continuando a “stare dentro il sistema”, sono riusciti a non sporcarsi le mani, tanto ora da poter puntare il dito verso il “partitismo”, parola che si sta cercando di cancellare dentro gli stessi partiti, pur rimanendovi ben strutturati.

La candidatura di Fava, però, ha già due grosse “medaglie”: il conclamato impegno antimafioso , esplicitato anche come autore di sceneggiature importanti come quella dei Cento Passi (dedicato alla storia di Peppino Impastato) o de Il capo dei capi; ma soprattutto l’aver dato slancio all’imborghesita classe intellettuale siciliana di adoperarsi, di uscire fuori dai sotterranei delle direzioni artistiche e del velleitarismo, e calcare le piazze.

Coraggioso Ninni Bruschetta, e con lui Leo Gullotta, Giuseppe Fiorello, Nino Frassica, Franco Battiato, Emma Dante e molti messinesi, esponenti del mondo teatrale,  Maurizio Marchetti, Maurizio Puglisi, Giampiero Cicciò. A loro il compito di far conoscere ai giovani, in chi magari andrà a votare per la prima volta, chi è Fava, chi è stato suo padre e cosa era quel giornale, quei “Siciliani” che ha fatto tremare  Catania e i “cavalieri dell’apocalisse mafiosa”, come li definì in un celebre articolo Pippo Fava.

Noi, per l’ingrato ruolo che occupiamo, osserveremo ai “margini della società civile”, in attesa di vedere da “sotto la linea della palma” quanto la prossima stagione politica riesca a segnare il riscatto di tutti gli onesti, dei visionari, dei non-intellettuali, degli esclusi. 

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