MESSINA: UN COMUNE “SOTTO ASSEDIO”

 

Così ci vedono nel resto della penisola. Una città alla periferia delle democrazia. Una città dirimpettaia di un Comune sciolto per mafia. Una città commissariata perché il suo ex sindaco dai molteplici incarichi ha pensato di lasciare il palazzo, tanto ormai era già svuotato.  

In queste ultime ore la  “casa del popolo” è stata presa d’assalto  da dipendenti senza stipendio e cittadini senza casa e pronti a “scagliarsi” con i rom, che loro si, hanno ricevuto un alloggio.

Un clima esasperato, una guerra tra poveri che può solo essere interpretata come il picco nella storia di una città governata da una classe digerente, ma indigeribile.

Questo quanto racconteranno anche le cronache nazionali sui giornali di domani.

Ecco cosa scrive il Corriere della Sera nella sua edizione online:

Il Comune di Messina è stato sott’assedio tutta la mattina per la protesta di circa 500 dipendenti comunali senza stipendio che hanno occupato l’aula consiliare, prima. E per quella dei residenti di via Alessandria che stanno per essere sfrattati perché l’amministrazione non riesce più a pagare gli affitti delle loro case, poi. Decine di persone hanno atteso il commissario Luigi Croce che però non li ha ricevuti. Si sono quindi fermati davanti alle due entrate del Comune bloccando le uscite.

Le case dei 27 residenti di via Alessandria sono di proprietà della società Gife srl e il Comune le ha prese in affitto per 2 anni, promettendo il rinnovo del contratto. Le famiglie sono state invece convocate al dipartimento politiche per la casa e invitate a trovare un’altra sistemazione. È stato promesso loro un sussidio di 400 euro al mese per sei mesi per affittare altre case.

«Noi – ha detto Emanuele Vita, uno degli sfrattati – siamo dei disagiati, ci sono disabili e senza lavoro. Come faremo a pagare gli affitti? Ai rom il comune ha garantito le case a noi cittadini italiani no».

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