RICORDANDO GERARD FOUCAUX, IL MIMO FRANCESE CHE SCELSE MESSINA

Silenziosamente ha segnato la vita di una comunità. La distratta Messina che riserva solitudine e ingratitudine per molti personaggi, uomini, artisti che non ottengono riconoscimenti ufficiali, spesso rimasti ai margini, ancora più spesso dimenticati. Eppure, Gérard Foucaux non ha mai smesso di amare questa città, che ieri lo ha ricordato grazie alla sensibilità dell’associazione Meter & Miles, con Saro Visicaro, che al mimo francese ha dedicato le iniziative sociali di questo Natale.

Gèrard Foucaux, morto appena cinquantenne  l’8  dicembre 2008 per un male incurabile, era nato in Normandia, e dopo gli studi sull’arte del clown a Parigi, alla scuola di circo di Annie Fratellini, e il mimo con il maestro giapponese Ikuo a Parigi, aveva vissuto in Germania per poi giungere in Sicilia, e rimanere a Messina.

Alla libreria Feltrinelli Point si è partiti dalla sua esperienza, dalla sua eredità artistica (che ha lasciato tracce in almeno due generazioni di giocolieri e mimi), per un confronto sullo stato attuale della cultura a Messina.

All’evento hanno partecipato i critici e giornalisti culturali Vincenzo Bonaventura e Marco Olivieri, l’architetto Luciano Marabello, il fotografo di scena Domenick Giliberto e artisti e addetti ai lavori che proprio con Gerard hanno mosso i primi passi.

“L’idea dell’incontro – ha sottolineato Saro Visicaro – nasce dal ricordo dell’artista e mimo Gerard Foucaux, valorizzato negli anni Settanta da Franco Previti, un edicolante innamorato della cultura. Al fermento di quegli anni, mentre Gerard veniva sempre più emarginato, subentrava una preoccupante mancanza di progettualità in campo culturale. L’incontro di stasera nasce per cominciare insieme a elaborare idee e non rassegnarci alla crisi della creatività”. Per il giornalista e critico Marco Olivieri, che ha coordinato il confronto, “occorre totalmente reimpostare le politiche culturali, a Messina, inserendole in un contesto di elaborazione progettuale sul piano europeo e nazionale. Non è più tempo di provincialismi e sottovalutazioni”. A sua volta, il critico teatrale Vincenzo Bonaventura ha ricordato “l’artista Foucaux e un libro a lui dedicato, davvero molto bello: I funerali di Gerard Foucaux. Un mimo francese in Sicilia di Pier Paolo Zampieri (terre libere.org). Vorrei pure ricordare – ha proseguito Bonaventura –  una figura unica, nella realtà messinese, come quella dell’assessore Carmelo Russello, un democristiano che promuoveva la cultura indipendentemente dalle amicizie e le clientele. Quanto al teatro Vittorio Emanuele – ha aggiunto il giornalista – la crisi attuale è frutto delle dissennate politiche regionali, con troppe complicità politiche e sindacali”.

Subito dopo l’artista di strada Eugenio Vanfiori ha ricordato le sue preziose (ed emozionanti) esperienze di formazione con Foucaux, citando anche un’intervista pubblicata nella sua tesi di laurea, mentre l’architetto Marabello ha espresso “la necessità, per elaborare politiche culturali davvero incisive, di connetterle con gli elementi urbani e sociali. Oggi l’Europa ci chiede di valorizzare i livelli di connessione, valorizzando la progettualità. In questo senso, la città va ripensata in profondità, elevando a sistema queste connessioni”.

Molte le linee comuni evidenziate negli interventi successivi – dall’analisi di Citto Saija a quella di Nino Genovese, presidente del Cineforum Don Orione di Messina (“con cinquant’anni di ininterrotta attività culturale senza sostegno da parte delle istituzioni”), e dell’attrice Cristiana Minasi, regista e autrice (con Giuseppe Carullo) dello spettacolo pluripremiato “Due passi sono”: dalla lontananza delle istituzioni all’assenza di una valorizzazione degli spazi culturali, compreso il costo esorbitante del Palacultura.  A Messina – è stato evidenziato – non manca la creatività ma un sistema virtuoso che consenta all’arte, al cinema, al teatro e a ogni altra espressione artistica di essere inquadrato in un progetto complessivo di rilancio e riscatto dei territori, investendo sulle potenzialità delle nuove generazioni e senza deprezzamenti di tipo economico.

Per comprendere meglio  la vicenda artistica ed umana  di Gérard Foucaux è possibile scaricare un e-book scritto da Pierpaolo Zampieri, che sostiene come la sua storia “è anche una metafora importante: un`esistenza anomala, lontana dal perbenismo. Una vita che starebbe bene in una ballata di Brassens, in una canzone di De Andrè. Un`esistenza nobilitata dal contrasto col grigiore della città senza arte, senza colori, “nemica` dei bambini”.

Su youtube un raro video, che lo mostra in uno dei suoi spettacoli  sulla Scalinata Santa Barbara: un pezzetto di storia recente di Messina in uno scorcio che è stato valorizzato anche grazie alla sensibile attenzione di questo artista, che ha sempre prediletto la strada, il fascino di quei posti che nascondono nel silenzio della dimenticanza gesti e suoni, li dove le parole non servono. http://www.youtube.com/watch?v=Wu0O0LWkmhU

 

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