IL CONSIGLIO COMUNALE DICE “NO” AL DISSESTO, APPROVATO IL PIANO DI RIEQUILIBRIO TARGATO SIGNORINO

Un parto con pochi precedenti quello del piano di riequilibrio del Comune di Messina. Ma, alla fine, il documento ha incassato il sì della maggioranza del Consiglio. Tempi strettissimi in ogni caso visto che, per aderire al decreto Salva Comuni e accedere al fondo di rotazione nazionale, era necessario pronunziarsi favorevolmente entro mezzanotte. E come nella migliore delle tradizioni fiabesche, proprio allo scoccare dell’ora fatale, le carrozze sono tornate zucche e palazzo Zanca ha prodotto il miracolo atteso da anni. Sul filo del rasoio, l’aula ha detto sì: su 33 votanti, 23 favorevoli e 4 contrari. Gli altri astenuti. In precedenza erano stati approvati 7 emendamenti degli undici presentati per inserire nel piano 27 milioni provenienti dalla Regione nell’ambito dei fondi per i comuni in dissesto o predissesto. Ritirati gli altri per ragioni di tempo.

Tante le frizioni alla vigilia, a partire dalla spaccatura fatta registrare in mattinata a causa del dimezzamento degli esponenti del gruppo Cambiamo Messina dal Basso. Nell’occasione, Nina Lo Presti e Gino Sturniolo hanno anticipato alla stampa il loro voto negativo. Compensato parzialmente dall’annuncio, nel tardo pomeriggio, a Messina Ora, di quello positivo di Maria Perrone, dell’Udc.

Pierluigi Parisi
Pierluigi Parisi

La seduta è indetta per le 19 ma la precedenza va alla commissione Bilancio, riunitasi per valutare un’ultima volta il documento insieme all’esperto dell’esecutivo, Giuseppe Cannizzaro. Poi, lavori sospesi per registrare il parere obbligatorio ma non vincolante delle Circoscrizioni. E nel salone delle Bandiere di palazzo Zanca le contestazioni – per avere permesso ai consiglieri di prendere visione del piano solo alle 18 dell’ultimo giorno utile – si sprecano. Il tutto si esaurisce con una salomonica astensione tecnica da parte di quattro Circoscrizioni su sei. Parere negativo della terza e della quarta.

I lavori d’aula iniziano alle 22. Su proposta di Pierluigi Parisi (Forza Italia) si approva con 30 favorevoli e un astenuto il prelievo della delibera dall’ordine del giorno.

“Il piano è costruito – spiega l’assessore al Bilancio, Guido Signorino – sull’individuazione di nuove risorse in base a economie ed efficientamento dell’amministrazione e delle partecipate. Sicuramente c’è una riduzione di una parte dei servizi ma le nuove imposte sono poche e orientate a principi d’equità, guardando alle rendite e non alle fasce deboli della società”. Nel documento anche la “riqualificazione dei servizi, dal trasporto pubblico alla distribuzione dell’acqua”. Tra i punti di forza, la lotta all’evasione fiscale la cui stima è “prudenziale, sotto determinata”. E’ la via – dice il vicesindaco – per ridurre la pressione fiscale. Ha senso portare all’equilibrio finanziario se questo porta a un equilibrio amministrativo”.

Daniela Faranda
Daniela Faranda

Gli interventi dei consiglieri sono tutti improntati, a partire da quello di Nicola Cucinotta, presidente della commissione Bilancio, allo scarso tempo a disposizione per analizzare carte e numeri. Daniela Faranda, del Nuovo Centrodestra, comunica il proprio voto favorevole sebbene le pesi (“ho desiderato non essere consigliere in questo momento”). Mentre annuncia l’astensione Paolo David, capogruppo del Pd: “Preferisco perdere la poltrona se non mi è permesso esercitare il mio ruolo”. Giuseppe Santalco (Felice per Messina) chiede la testa di Signorino e Antonio Le Donne e, confermando le impressioni manifestate in mattinata da Lo Presti e Sturniolo, parla di documento vessatorio, con tariffe dell’acqua destinate ad aumentare in forza dei 30 milioni di euro che dovrebbero provenire dall’Amam.

Voto favorevole al piano di riequilibrio anche da parte dei Democratici riformisti. In un documento, i Dr ricordano di avere sempre ritenuto il dissesto “uno strumento di garanzia per i cittadini e di riscontro di tutte le eventuali responsabilità di mala gestio pregressa. Il piano di riequilibrio- aggiungono – volto a scongiurare gravi situazioni economico-finanziarie, come ribadito dalla magistratura contabile, non può essere utilizzato in maniera strumentale per evitare il dissesto o eludere responsabilità della macchina amministrativa”.

Gli esponenti del gruppo consiliare affermano di non comprendere la volontà di presentare “un piano di riequilibrio slegato sia dal bilancio consuntivo che dal previsionale. Si dicono anche perplessi sulla manovra, nonostante il via libera formale dei revisori dei conti, e confidano ne controllo della Corte dei conti sui vari aspetti controversi della medesima, come i debiti fuori bilancio, la capacità dell’ente di riscuotere le tasse e accertare l’evasione pregressa.

Giuseppe Santalco
Giuseppe Santalco

Malgrado le premesse, tuttavia, concludono che “non possiamo permettere che a Messina venga negata la possibilità di riaccreditarsi economicamente, per non offrire alibi a quanti possano pensare a posizioni di opposizione sterile e preconcetta, per dare un’ultima volta fiducia, a termine, alla claudicante amministrazione Accorinti. Perché quest’atto verrà comunque passato al setaccio degli organi qualificati e indipendenti di garanzia. Voto favorevole, quindi, perché questo piano di riequilibrio, dopo le opportune verifiche di legge, diventi strumento di rilancio e riqualificazione economica della città”.

Niente sconti, invece, per il consuntivo 2013, a meno che non vengano recepiti tutti i correttivi richiesti dalla magistratura contabile: “Tenuto conto delle molteplici criticità sollevate dal collegio dei revisori dei conti, che hanno evidenziato sia la mancata ottemperanza dell’Amministrazione alle prescrizioni imposte dalla Corte dei conti che il carattere di ente strutturalmente deficitario, il gruppo non approva il deliberato relativo alla rendicontazione della gestione 2013”.

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